YouTube dovrà affrontare una denuncia di “spionaggio” per il rilevamento degli ad blocker in Europa, e non è la sola: il dito viene puntato anche contro Meta.
Come sappiamo, la “battaglia” agli ad blocker di YouTube è sbarcata anche in Europa con la piattaforma che sostanzialmente vuole che gli utenti guardino i video con gli annunci o che si iscrivano a YouTube Premium se non vogliono gli annunci. Come era immaginabile questa mossa ha infastidito diverse persone, utenti e non. L’esperto di privacy Alexander Hanff aveva già fatto presente che YouTube stava in questo modo violando la normativa UE in materia di privacy ed ha deciso di fare la sua mossa.
Come riporta The Register, l’uomo si sta preparando a sporgere denuncia penale contro YouTube in Europa in base alla legge sull’abuso informatico e, secondo quanto dichiarato, la polizia avrebbe preso atto della questione e avrebbe richiesto ulteriori informazioni.
Hanff sostiene che YouTube impieghi script di tracciamento non autorizzati per identificare gli ad blocker, attività che sarebbe simile ad uno spyware, una “sorveglianza” non autorizzata dei cittadini dell’UE. Inoltre, Hanff ha presentato alla Commissione irlandese per la protezione dei dati una denuncia civile contro il sistema di interrogazione del browser di YouTube, progettato per identificare e contrastare gli ad blocker.
L’esperto non punta però il dito solo contro YouTube, affermando che negli ultimi 5 anni anche Meta abbia intercettato illegalmente le trasmissioni di dati per monitorare il suo comportamento.
Hanff ha spiegato che ha deciso di procedere con una denuncia penale poiché fin ora è stato fatto poco dalle autorità di regolamentazione nell’applicare le direttive. Tuttavia, le cose stanno cambiando con la nuova legge sui mercati digitali (DMA). L’UE sta definendo criteri più chiari per i gatekeeper, ovvero i grandi operatori digitali come Meta, Google, Microsoft e Apple, che con l’entrata in vigore del DMA devono rivedere le loro politiche.
Diverse aziende in realtà hanno già iniziato, fra queste proprio Meta, che, per esempio, ha lanciato un abbonamento a pagamento senza pubblicità nell’UE, e poi Apple, che si sta preparando a modificare le politiche dell’App Store in linea con la DMA, aprendo il suo ecosistema alla concorrenza.