I principali operatori mobile finlandesi interrompono la vendita di smartphone Xiaomi. Potrebbe trattarsi dell’inizio di un’azione governativa unilaterale contro la tech cinese per la sua presenza nel mercato russo.
Una mossa che potrebbe avere ripercussioni significative nel delicato equilibrio geopolitico tra Occidente, Cina e Russia è attualmente in discussione in Finlandia. Secondo fonti ben informate, il governo finlandese sta prendendo in considerazione l’ipotesi di vietare la vendita di smartphone prodotti da Xiaomi e dalle sue filiali, Redmi e POCO. Gli operatori mobile Telia, DNA ed Elisa hanno già interrotto la vendita dei telefoni cinesi, sebbene non sia ancora stato emesso un ordine ufficiale in tal senso.
Il presunto motivo dietro questa possibile azione drastica è legato al ruolo di Xiaomi nel mercato russo degli smartphone. Nonostante le sanzioni occidentali e l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, Xiaomi continua a lanciare regolarmente nuovi prodotti in Russia, consolidando ulteriormente la sua presenza nel paese.
Sebbene l’Unione Europea non abbia finora delineato linee guida specifiche in materia, la Finlandia potrebbe decidere di agire in modo unilaterale. Una tale mossa avrebbe lo scopo di manifestare il dissenso nei confronti di quello che viene percepito come un “sostegno” di Xiaomi al governo russo. Nel frattempo, altri rivenditori finlandesi continuano a offrire dispositivi Xiaomi ai consumatori, in assenza di un ordine esplicito da parte del governo.
Se il veto dovesse essere attuato, questa decisione avrebbe un impatto sostanziale sulle operazioni di Xiaomi non solo in Finlandia ma potenzialmente in tutto l’Occidente. L’intera situazione pone una serie di domande rilevanti: fino a che punto i Paesi occidentali sono disposti a utilizzare i divieti commerciali come strumento di pressione geopolitica? E come risponderanno aziende e governi coinvolti?
Fino a questo momento, Xiaomi non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali sulla questione, mantenendo un profilo basso. Tuttavia, la continuazione della sua attività commerciale in Russia dimostra chiaramente che l’azienda non ha intenzione di ritirarsi da un mercato chiave, nonostante le potenziali ripercussioni diplomatiche.