Un nuovo rapporto dell’UE mette in luce l’importante ruolo di X nella diffusione di notizie false, incanalando la pressione su questa importante piattaforma social.
In un mondo sempre più digitalizzato, dove le notizie viaggiano alla velocità della luce, la disinformazione rappresenta una minaccia in crescita. X, la piattaforma precedentemente conosciuta come Twitter, si trova ora nel mirino dell’Unione Europea, che solleva preoccupazioni riguardo alla quantità di contenuti ingannevoli diffusi attraverso il suo servizio.
Secondo un recente rapporto dell’UE, X svolge un ruolo dominante nella diffusione della disinformazione online. Queste affermazioni sono emerse nel primo documento ufficiale dell’Unione sulla gestione della disinformazione da parte delle piattaforme, redatto nell’ambito del Digital Services Act (DSA). Questa nuova normativa, che ha preso vita recentemente, richiede alle maggiori piattaforme digitali di rivelare come affrontano e gestiscono la disinformazione all’interno dei loro ecosistemi.
Mentre molte delle più note aziende tecnologiche hanno scelto di aderire volontariamente a un “Codice di condotta” sulla disinformazione, a maggio, X ha deciso di ritirarsi. Nonostante ciò, ha ribadito il suo impegno nel rispettare le severe normative anti-disinformazione previste dal DSA.
Il cuore del problema, come evidenziato dal rapporto, è che X supera di gran lunga molte delle sue concorrenti in termini di volume di contenuti fuorvianti e della portata che questi post riescono a ottenere. Questa affermazione è stata rafforzata dalle parole della vicepresidente della Commissione europea, Vera Jourova, che ha dichiarato senza mezzi termini: “X… è la piattaforma con il maggior numero di post di disinformazione”.
Se da una parte, X ha scelto di non rispondere direttamente alle richieste di commento, dall’altra ha espresso, attraverso una serie di post sul suo profilo Global Affairs, disaccordo sul modo in cui i dati sono stati presentati e interpretati.
La dichiarazione di Jourova, tuttavia, suona come un campanello d’allarme per tutte le principali piattaforme tecnologiche. Ha sottolineato l’importanza di riconoscere che esiste una vera e propria “guerra nello spazio dell’informazione” condotta contro i cittadini europei. Inoltre, ha lanciato un avvertimento esplicito, sottolineando che le prossime elezioni europee rappresenteranno un test cruciale per il rispetto del codice di condotta e che le piattaforme dovranno passare questo test con successo.