I ricercatori specializzati in hardware hanno diffuso lunedì scorso 27 giugno, i dati di un report che ha valutato gli impatti generati da Windows Defender, l’antivirus nativo del sistema, su processori di diverse linee e generazioni di Intel, come le versioni per desktop e laptop 8th, 9th, 10a e 11a generazione.
Secondo i risultati, il programma ha un grave difetto che limita notevolmente le prestazioni della CPU in Windows 10 e Windows 11, con questo la macchina non riesce ad estrarre tutte le sue prestazioni, riducendo le prestazioni di circa il 6%, una perdita notevole se si considerano situazioni come i giochi o eseguendo software pesante.
Secondo l’analisi, il programma limita la frequenza di clock impedendo alla CPU di estrarre tutta la potenza di elaborazione sotto stress. Per generare i dati è stato utilizzato un Intel Core i9-10850K, che nei test di benchmark ha mostrato un calo delle prestazioni del 6%, equivalente a 1.000 punti in Cinebench R23, confrontando i dati l’antivirus attivato.
Sebbene Microsoft non abbia ancora risolto questo problema, il rapporto mostra che può essere risolto in due modi: disabilitando la protezione di Windows Defender o utilizzando l’ultima versione di ThrottleStop (9.5) e la funzionalità integrata “Windows Defender Boost”.
Nel caso di chi preferisce la protezione antivirus di terze parti, disabilitare la protezione Defender non sarà una minaccia per la sicurezza del dispositivo, tuttavia se il tuo livello di protezione è formato esclusivamente dall’opzione nativa di Windows, non è consigliabile disabilitarlo per migliorare le prestazioni di sicurezza, in questo caso scegli il secondo orientamento.
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