A seguito dell’attuazione della legislazione sui mercati digitali, l’Unione Europea ha annunciato giovedì (24) che si prevede di richiedere l’interoperabilità di servizi di messaggistica di grandi dimensioni come WhatsApp, iMessage e Messenger con app concorrenti più piccole.
Ciò includerebbe consentire a tutte le funzioni, dall’invio di messaggi e file alle videochiamate, di funzionare con piattaforme di messaggistica più piccole. La misura si applicherebbe alle aziende con almeno 45 milioni di utenti finali attivi e 10.000 utenti aziendali all’anno.
Come punizione, l’Unione Europea prevede sanzioni fino al 10% del fatturato annuo globale o fino al 20% per violazioni ripetute.
C’è ancora molto da discutere, soprattutto sulla fattibilità e sicurezza dell’operazione, che non sembra essere un problema per Andreas Schwab, relatore del Parlamento europeo per il dossier, il quale afferma che ciò dovrebbe essere valido solo quando è infatti fattibile.
“Il Parlamento ha sempre chiarito che l’interoperabilità per i messaggi deve arrivare”, ha detto Schwab a TechCrunch. “Verrà e allo stesso tempo deve anche essere sicuro. Se i regolatori delle telecomunicazioni affermano che non è possibile fornire chat di gruppo crittografate end-to-end nei prossimi nove mesi, arriverà il prima possibile, non c’è dubbio”.
La normativa obbligherebbe inoltre le piattaforme a consentire agli utenti di scegliere quali browser, motori di ricerca e assistenti virtuali utilizzare.
La misura non è ancora finalizzata, né esiste una tempistica suggerita per quando dovrebbe aver luogo l’implementazione delle funzionalità di interoperabilità. Nel novembre 2020 le principali società tecnologiche, tra cui Apple e Google, sono state invitate a partecipare a conversazioni sul dossier, il cui obiettivo principale è frenare le pratiche anticoncorrenziali dei giganti della tecnologia.
Apple, almeno, ha espresso preoccupazione per la misura, tramite un portavoce di The Verge: “Rimaniamo preoccupati del fatto che alcune disposizioni del DMA creeranno vulnerabilità di privacy e sicurezza non necessarie per i nostri utenti, mentre altre ci vieteranno di addebitare la proprietà intellettuale in cui siamo fortemente investiti. Crediamo profondamente nella concorrenza e nella creazione di mercati competitivi fiorenti in tutto mondo e continueremo a lavorare con le parti interessate in tutta Europa nella speranza di mitigare queste vulnerabilità”.