Maggiore sicurezza su WhatsApp con l’introduzione delle passkey su iOS. Ora puoi utilizzare la biometria per accedere al tuo account, dimenticando le password. Scopriamo come funziona la nuova modalità di sicurezza.
WhatsApp continua il suo impegno nell’offrire ai propri utenti misure di sicurezza sempre più avanzate. Dopo aver introdotto la possibilità di bloccare gli screenshot per le foto del profilo, l’ultima novità in casa WhatsApp riguarda l’introduzione del supporto per le passkey su iOS, una funzione che rafforza il metodo di verifica dell’account.
La nuova feature è stata scoperta nella versione 24.2.10.73 di WhatsApp Beta per iOS, distribuita attraverso il programma TestFlight. Grazie a questa innovazione, riportata da WABetaInfo, gli utenti potranno sfruttare il Touch ID o il Face ID del proprio iPhone per verificare l’account in maniera semplice e sicura, ogni volta che sarà necessario collegare un nuovo dispositivo o accedere all’app.
Questo metodo di autenticazione si affianca all’opzione esistente di inserire una password a 6 cifre, che resterà disponibile. Tuttavia, l’introduzione delle passkey segna un passo importante verso un metodo di verifica più intuitivo e sicuro, poiché diventerà il metodo predefinito sul dispositivo in cui viene attivata.
Per abilitare questa nuova opzione, gli utenti iOS dovranno accedere al menu Impostazioni > Account > Passkey. La novità arriva in un momento in cui la sicurezza online e la protezione dei dati personali sono diventate priorità assolute per gli utenti. L’implementazione delle passkey non solo semplifica il processo di autenticazione ma offre anche una maggior protezione contro tentativi di phishing o accessi non autorizzati, sfruttando la sicurezza intrinseca dei sistemi biometrici.
WhatsApp continua così il suo impegno nel migliorare l’esperienza degli utenti, ponendo le basi per un futuro in cui le password potrebbero diventare obsolete, a favore di sistemi di autenticazione basati sulla biometria, più sicuri e meno soggetti a rischio di compromissione.
