WhatsApp (o meglio la società madre Meta) va all’attacco: qualche mese fa Mark Zuckerberg ha affermato che “WhatsApp è molto più sicuro di iMessage”, ora un’altra app di messaggistica, Telegram, è stata chiamata in causa da Will Cathcart, responsabile di WhatsApp presso Meta.
Will Cathcart, direttore di WhatsApp a Meta, ha nuovamente criticato il suo più grande rivale tra le app di messaggistica in un post su Twitter. Citando un articolo della rivista Wired che denuncia la possibilità che le informazioni private degli utenti venissero inviate al governo della Russia, il dirigente continua a sostenere che la piattaforma concorrente non è sicura.
“Telegram non ha la crittografia end-to-end di default e non offre questa funzione per i gruppi”, ha sottolineato Cathcart, aggiungendo che l’azienda rivale non ha fatto verificare in modo indipendente i suoi protocolli di sicurezza, il che potrebbe indicare una “mancanza di vera trasparenza” e un danno all’integrità dei dati dei suoi utenti.
A sua difesa, l’app di messaggistica russa sostiene di non offrire la crittografia end-to-end nei gruppi a causa di problemi legati al backup dei messaggi. Inoltre, la tecnologia di protezione dei dati è presente nelle cosiddette “Chat segrete”, che non lasciano tracce sui server dell’azienda.
L’articolo pubblicato da Wired il 2 febbraio riguarda gli attivisti contrari alla guerra tra Russia e Ucraina che accusano Telegram di far trapelare i loro messaggi alle autorità di Mosca. Cathcart ha usato le accuse per sottolineare le possibili falle nella sicurezza che gli utenti dell’app rivale potrebbero incontrare.
Le informazioni arrivano dopo che l’amministratore delegato di Telegram Pavel Durov ha criticato il governo russo e ha sostenuto che la privacy è un diritto dell’utente, oltre a criticare WhatsApp per aver presumibilmente sorvegliato gli utenti per più di un decennio. Finora il dirigente non ha risposto alle nuove accuse della società rivale.