In risposta all’invadente ondata di smartphone nelle scuole, l’UNESCO unisce la sua voce a quelle che chiedono un divieto totale, sottolineando l’effetto negativo della tecnologia sull’apprendimento e l’accentuazione delle disuguaglianze.
L’UNESCO si unisce alla crescente schiera di organizzazioni che reclamano un divieto totale dell’uso degli smartphone nelle scuole. Il motivo? La convinzione che la tecnologia stia avendo un impatto negativo sull’apprendimento e stia contribuendo all’aumento delle disuguaglianze tra gli studenti.
Da diversi anni, l’impiego degli smartphone negli ambienti scolastici ha scatenato dibattiti accesi. Mentre alcune istituzioni hanno optato per l’integrazione di questi dispositivi nel curriculum educativo, fornendo per esempio laptop agli studenti, altre hanno deciso di prendere posizioni diametralmente opposte. In Irlanda, ad esempio, sono già state imposte restrizioni all’uso degli smartphone nelle scuole, e nei Paesi Bassi simili provvedimenti stanno iniziando a riguardare anche gli smartwatch.
Ora, l’UNESCO ha rilasciato un nuovo rapporto in cui esprime preoccupazioni simili riguardo all’effetto della tecnologia sull’istruzione. L’organizzazione esorta i governi di tutto il mondo a vigilare attentamente su questa nuova tendenza, allo scopo di garantire che il ruolo centrale dell’insegnante nella trasmissione del sapere non venga minato.
Nel suo rapporto, l’UNESCO invita apertamente i governi a bandire l’uso degli smartphone nelle scuole. “La rivoluzione digitale ha un potenziale incommensurabile, ma proprio come sono state lanciate chiamate alla cautela su come dovrebbe essere regolamentata nella società, un’attenzione simile deve essere prestata al suo impiego nel campo dell’istruzione”, sottolinea Audrey Azoulay, direttore generale dell’UNESCO. Secondo Azoulay, la tecnologia dovrebbe servire unicamente a “migliorare le esperienze di apprendimento e il benessere di studenti e insegnanti”.
L’UNESCO, pur riconoscendo i benefici che la tecnologia può offrire all’istruzione, sottolinea che questi vantaggi svaniscono in assenza di una supervisione adeguata da parte di un insegnante. Per quanto riguarda gli smartphone, l’organizzazione li considera una semplice fonte di distrazione.
Altro fattore di preoccupazione è l’accentuazione delle disuguaglianze causate dall’avvento delle nuove tecnologie. Un recente studio ha rivelato che il 90% dei materiali di e-learning proviene dall’Europa o dal Nord America, e il 92% di essi è redatto in lingua inglese. A questo si aggiunge la questione della disparità di accesso alle attrezzature digitali: non tutte le famiglie possono permettersi tali strumenti, e se le scuole non sono in grado di fornirli, i bambini rischiano di rimanere indietro. L’UNESCO auspica quindi un’azione decisiva per garantire che l’istruzione non diventi un ulteriore campo di battaglia tra chi ha e chi non ha accesso alla tecnologia.