L’ex CEO di Twitter, Jack Dorsey, dice la sua sui Twitter Files, i documenti “segreti” che Elon Musk avrebbe deciso di portare alla luce.
Dopo la pubblicazione da parte di Elon Musk di una serie di documenti e decisioni interne a Twitter, l’ex CEO dell’azienda Jack Dorsey ha pubblicato una lettera aperta in cui critica indirettamente l’atteggiamento del nuovo proprietario del social network.
Secondo Dorsey, la società non ha nulla da nascondere, ma pubblicare documenti, e-mail e messaggi di Slack senza un contesto adeguato potrebbe generare fraintendimenti, anche pericolosi.
“Vorrei che [i file] fossero rilasciati in stile WikiLeaks, con molti più occhi e interpretazioni da considerare” ha affermato l’ex CEO.
I file pubblicati da Musk mostrano come la piattaforma abbia affrontato la polemica sul laptop di Hunter Biden, figlio dell’attuale presidente, la rimozione di Donald Trump dopo l’episodio del Campidoglio, le liste “nere” di moderazione. Inoltre si parla ampiamente della gestione della piattaforma e dei post durante le ultime elezioni presidenziali, con riferimenti su entrambi gli schieramenti politici.
Dorsey smentisce anche i cospirazionisti: “non c’erano cattive intenzioni o programmi nascosti e tutti hanno agito sulla base delle migliori informazioni che avevamo in quel momento, ma sono stati commessi degli errori.”
Inoltre il dirigente ha affermato che Twitter avrebbe dovuto concentrarsi su più strumenti per le persone piuttosto che su strumenti per l’azienda stessa, qualcosa per ottenere una completa trasparenza.
Infine, Dorsey critica gli attacchi che stanno ricevendo molti ex dipendenti di Twitter che definisce giustamente “pericolosi”. L’esempio più estremo riguarda l’ex capo della sicurezza del social network, Yoel Roth. Elon Musk ha suggerito che Roth stesse sostenendo la pedofilia. Anche se ha cancellato i tweet pochi minuti dopo la pubblicazione, questa affermazioni ha generato una serie di minacce all’ex dirigente che è stato costretto a lasciare la sua casa.