Elon Musk rende open-source l’algoritmo di Twitter: cosa si nasconde dietro i suggerimenti di tweet nella timeline degli utenti?
Il mondo dei social media ha subito uno scossone la scorsa settimana quando Elon Musk ha mantenuto la sua promessa e ha reso open-source l’algoritmo di Twitter. Questo codice è responsabile dei tweet suggeriti che compaiono nella timeline degli utenti e contiene molte informazioni interessanti su quali parametri influiscano sulle chance che un contenuto si diffonda più o meno.
Secondo Twitter, ogni volta che la Home di un utente viene aggiornata, la piattaforma sceglie i migliori 1.500 tweet da un pool di centinaia di milioni. La maggior parte di questi tweet proviene dalle fonti “in-network”, ovvero gli utenti che si seguono sulla piattaforma. I tweet vengono ordinati in base alla probabilità di interazione tra l’utente e l’autore del post. Per quanto riguarda invece le fonti “Out-of-network”, ovvero gli account che l’utente non segue, vengono scelti tweet che hanno generato interazione da parte degli account che lo stesso utente segue.
Le prime analisi del codice rilasciato da Musk hanno fatto emergere alcuni dettagli curiosi, tra cui quattro parametri che potrebbero avere implicazioni politiche: author_is_elon, author_is_power_user, author_is_democrat e author_is_republican. Tuttavia, uno sviluppatore di Twitter ha lasciato un commento su questi parametri, dicendo che hanno solo scopi analitici interni e non influiscono sui suggerimenti dei tweet. Musk ha dichiarato di non conoscere i dettagli di questi parametri e ritiene sia il caso di toglierli, soprattutto per evitare conflitti di interesse.
Questo è il primo caso in cui il codice di una parte così importante di una piattaforma online viene svelato, e molto probabilmente terrà banco nel mondo dei social e dell’ottimizzazione dei contenuti per diverso tempo. Tuttavia, è anche facile immaginare il perché le grandi aziende come Google e Meta facciano di tutto per tenere il loro codice segreto. Una volta capite le regole precise, può diventare più facile cercare di costruire i propri contenuti attorno a esse e guadagnare visibilità in modo illegittimo o diverso da come intendono le piattaforme stesse.
In ogni caso, siamo solo all’inizio di un processo che potrebbe svelare molte altre informazioni preziose, e che sarà sicuramente seguito con grande attenzione da chi si occupa di social media e di marketing digitale.