TikTok starebbe lavorando per creare un clone indipendente del proprio codice sorgente nel tentativo di rimanere operativo negli Stati Uniti.

Un nuova indiscrezione afferma che TikTok sta lavorando per creare un clone indipendente del suo codice sorgente nel tentativo di rimanere negli Stati Uniti. Ad aprile è stata approvata e firmata una legge che impone alla società madre ByteDance, con sede a Pechino, di cedere la sua partecipazione in TikTok per mantenere la piattaforma negli Stati Uniti. Il disegno di legge nasce da preoccupazioni bipartisan circa il legame di TikTok con la Cina e l’influenza della piattaforma sui suoi utenti. Per rimanere negli Stati Uniti senza dover vendere la propria attività, TikTok sta esplorando modi per placare i legislatori statunitensi.

Secondo quanto riportato della Reuters, un piano di TikTok è quello di clonare il suo algoritmo di raccomandazione. Secondo quanto riferito da fonti anonime, TikTok starebbe passando al setaccio l’algoritmo dell’azienda per creare una base di codice separata e indipendente dai sistemi utilizzati da Douyin, la versione cinese dell’app gestita da ByteDance. L’obiettivo è dimostrare ai legislatori statunitensi che TikTok è indipendente dalla sua società madre cinese.

Si dice che il lavoro su questo progetto sia in corso dall’anno scorso. Le fonti sostengono che ci vorrà più di un anno per completare la divisione del codice sorgente. Sembra che la dirigenza sia consapevole del fatto che, una volta completato il lavoro, l’algoritmo potrebbe non avere lo stesso livello di prestazioni di prima, poiché le prestazioni del modello esistente dipendono fortemente dagli aggiornamenti degli ingegneri di ByteDance in Cina.

Inoltre, il rapporto menziona che i dirigenti hanno parlato del progetto con il team durante le riunioni di tutti i membri. L’argomento sarebbe stato discusso anche sul sistema di messaggistica interna dell’azienda, Lark. Dopo la pubblicazione della notizia, TikTok ha risposto negando l’autenticità del rapporto in un post su X. L’azienda afferma che la storia è “fuorviante” e “di fatto inesatta”.

Anche Michael Hughes, portavoce di TikTok, ha contattato The Verge, rilasciando la seguente dichiarazione: “Mentre abbiamo continuato a lavorare in buona fede per salvaguardare ulteriormente l’autenticità dell’esperienza di TikTok, è semplicemente falso suggerire che questo lavoro faciliterebbe la cessione o che la cessione sia anche solo una possibilità”. Alla domanda se TikTok stia dividendo il suo codice sorgente, Hughes ha risposto all’outlet che l’affermazione è “falsa al 100%”.

Non sarebbe la prima volta che TikTok cerca di convincere i legislatori statunitensi della sua indipendenza. L’azienda aveva un piano precedente, chiamato Project Texas, per rispondere alle preoccupazioni del governo USA in materia di sicurezza nazionale. Il Project Texas era un’iniziativa che prevedeva l’archiviazione dei dati degli utenti statunitensi da parte di un’azienda americana, come Oracle. TikTok avrebbe poi permesso a un comitato interno approvato dal governo statunitense di monitorare le sue operazioni. Tuttavia, il piano è stato ampiamente respinto dai legislatori.

TikTok ha tempo fino al 19 gennaio 2025 per vendere la società a un offerente statunitense prima di essere bandita. L’azienda ha già dichiarato di non avere intenzione di vendere e che una tale mossa sarebbe impossibile. In ogni caso, le fonti di Reuters affermano che una volta effettuata la suddivisione del codice, “potrebbe gettare le basi per una cessione delle attività statunitensi”.

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