Tesla Model Y, autonomia limitata tramite software ma sbloccabile a pagamento. Pratica discutibile solleva dubbi sull’etica e la trasparenza nel settore automobilistico.
L’uso del software per limitare la capacità della batteria non è una novità per Tesla. Nel 2016, l’azienda aveva già utilizzato questa tecnica con la sua Model S. Anche altri produttori hanno adottato approcci simili, trasformando le caratteristiche standard in opzioni a pagamento. Questo metodo consente di offrire miglioramenti senza apportare modifiche fisiche. I produttori si giustificano dicendo che in questo modo gli utenti hanno più scelta.
Tuttavia, questa pratica è discutibile da un punto di vista etico. Può sembrare un modo per i produttori di aumentare i profitti a scapito di un certo grado di trasparenza; gli utenti inoltre potrebbero sentirsi ingannati e credere che le funzioni incluse richiedano un pagamento aggiuntivo.
Tesla ha appena rivelato che il modello base della Tesla Model Y venduto negli Stati Uniti ha un’autonomia superiore a quella pubblicizzata. Inizialmente commercializzato con un’autonomia di 418 chilometri, il veicolo può in realtà percorrere fino a 515 chilometri. Per sbloccare questi 97 chilometri aggiuntivi, i proprietari devono pagare tra i 1.400 e i 1.900 euro: un bel po’ di soldi al chilometro.
Facciamo notare che in Italia questi valori sono leggermente diversi. La Model Y viene venduta con un’autonomia di 455 chilometri nel ciclo WLP in modalità standard, e da 533 a 600 chilometri nella versione a lungo raggio, a seconda del tipo di motore. Ma, come negli Stati Uniti, le loro batterie potrebbero essere identiche.
La rivelazione di Tesla mette in luce un aspetto frustrante dell’industria automobilistica moderna: gli utenti devono pagare un extra per accedere a una funzionalità che è in realtà già presente nel loro veicolo. Se da un lato i produttori considerano questo aspetto innovativo, dall’altro alcuni potrebbero trovarlo ingiusto e irrispettoso.