La controversa clausola che proibiva la rivendita del nuovo Tesla Cybertruck per un anno è stata rimossa, segnando una svolta in risposta alle polemiche e alle critiche degli utenti.
In una mossa inaspettata e che ha scosso il settore automobilistico, Tesla ha annunciato la rimozione di una clausola nel contratto di vendita del suo attesissimo Cybertruck, che vietava ai clienti di rivendere il pickup elettrico per un anno dal momento della consegna. Questa decisione arriva dopo un’ondata di polemiche e discussioni tra appassionati e analisti del settore, che avevano acceso i riflettori su questa restrizione.
Qualche giorno fa, la scoperta di questa nuova clausola aveva sollevato un dibattito acceso tra gli utenti. Da una parte, c’erano coloro che si dichiaravano indifferenti al divieto di rivendita del Tesla Cybertruck; dall’altra, numerosi criticavano fermamente la decisione, considerandola un’ingiusta limitazione dei diritti dei consumatori.
L’introduzione della clausola da parte di Tesla sembrava inizialmente una misura preventiva contro le speculazioni. Data la lunghezza delle liste d’attesa e la produzione limitata nelle fasi iniziali, l’obiettivo dell’azienda guidata da Elon Musk era probabilmente quello di scoraggiare i primi acquirenti dal rivendere il Cybertruck a prezzi gonfiati nel mercato dell’usato.
Tuttavia, va evidenziato che una clausola di divieto di rivendita non è una novità nel settore automobilistico. Solitamente, questo tipo di restrizioni è associato a brand di lusso come Ferrari e Porsche per i loro modelli più esclusivi, e non per veicoli di serie. Nonostante ciò, Tesla ha ascoltato le critiche e ha deciso di rimuovere questa clausola dal contratto di vendita del Cybertruck, mostrando una certa flessibilità e apertura al feedback dei suoi clienti.
Con l’avvicinarsi della data di inizio delle consegne del Cybertruck, resta da vedere se Tesla introdurrà altre politiche per regolamentare la rivendita del suo veicolo.
La clausola originale imponeva un divieto di rivendita per un anno, ma prevedeva anche una scappatoia. In caso di necessità di vendita entro il primo anno, il cliente avrebbe dovuto prima informare l’azienda e, se questa avesse accettato le motivazioni, avrebbe potuto riacquistare il pickup elettrico entro un termine ragionevole. In alternativa, se Tesla avesse rifiutato l’acquisto, il cliente avrebbe potuto procedere alla rivendita a terzi solo con il consenso scritto della casa automobilistica.
La violazione di queste disposizioni comportava sanzioni significative, pari a 50.000 dollari o al valore ricevuto per la vendita o il trasferimento del veicolo, a seconda di quale fosse maggiore. Inoltre, Tesla avrebbe potuto esercitare il diritto di bloccare il passaggio di proprietà in caso di inadempienza.