Elon Musk potrebbe pagare cara la sua decisione di fornire antenne Starlink al popolo ucraino. Dopo un attentato all’ex capo del programma spaziale russo, il Paese ha annunciato la confisca di diverse antenne. A seguito di ciò, il governo ha rivelato che stava lavorando a un proprio servizio Internet via satellite.
Il mese scorso, Dmitry Rogozin, l’ex capo del programma spaziale russo, è stato oggetto di un attentato nel suo quartier generale a Donetsk, nell’Ucraina orientale. Secondo Rogozin, l’attacco è stato in parte coordinato dalle forze occidentali, tanto da spingerlo a inviare un campione della granata utilizzata a Emmanuel Macron. E Starlink potrebbe essere sul banco degli imputati.
Dmitry Rogozin non ha nominato direttamente il programma di Elon Musk come colpevole, ma Musk ha recentemente coordinato la confisca di molte delle antenne offerte da SpaceX alla popolazione ucraina. “Sappiamo quali danni ci hanno causato i sistemi di comunicazione spaziale Starlink utilizzati dalle forze armate ucraine e le apparecchiature degli abbonati”, ha dichiarato in un’intervista.
L’esercito russo confisca le antenne Starlink offerte da SpaceX agli Ucraini
Sembra che la Russia non abbia apprezzato la filantropia di Elon Musk all’inizio della guerra. In effetti, fin dall’inizio del conflitto, il Paese ha cercato di minare le comunicazioni ucraine, oltre a distribuire malware di massa, nel tentativo di abbattere il morale della popolazione. Nonostante ciò, l’esercito russo sembra riconoscere l’utilità di questa tecnologia. Al punto da sviluppare una propria soluzione.
“Naturalmente, penso che le comunicazioni satellitari debbano esistere nell’ambito militare”, ha spiegato Dmitry Rogozin, aggiungendo che i prototipi “sono stati utilizzati come tecnologie esclusivamente civili” e che questo sta già mostrando “buoni risultati”. Rogozin ha anche annunciato che la tecnologia anti-jamming è attualmente in fase di sviluppo. Questo potrebbe spiegare l’improvviso interesse dell’esercito russo per il sistema satellitare di SpaceX.