Oggi in commercio è possibile scegliere tra innumerevoli modelli di stampante, e la grande maggioranza di essi appartiene alla categoria delle “inkjet”, ovvero stampanti a getto d’inchiostro.
Sebbene le stampanti laser si stiano ritagliando degli spazi importanti sul mercato, le stampanti a getto d’inchiostro continuano a rappresentare la categoria più diffusa, non a caso i più importanti brand del settore vi riservano sempre una particolare attenzione: è sufficiente visionare la categoria dedicata alle cartucce per stampanti Epson di un noto e-commerce come Cartucce.com, ad esempio, per rendersi conto di come i consumabili per stampanti inkjet siano predominanti.
Ma come funzionano, dal punto di vista tecnico, le stampanti a getto d’inchiostro? Andiamo subito a scoprirlo!
Su cosa si basa il funzionamento di queste stampanti
Come si può intuire dal nome, questo genere di dispositivi sono in grado di realizzare delle stampe gettando dell’inchiostro sul foglio; è assolutamente corretto parlare di “getto” in quanto, tra il foglio e gli elementi da cui viene erogato l’inchiostro, non vi è alcun contatto.
Gli elementi tecnici che caratterizzano le stampanti a getto d’inchiostro e che rendono possibile, appunto, la realizzazione di stampe attraverso questa tecnologia, sono il serbatoio d’inchiostro, la testina di stampa e la scheda “controller”.
Il serbatoio d’inchiostro contiene appunto le quantità di liquido che verranno utilizzate per la realizzazione della stampa ed è la testina l’elemento che va materialmente ad eseguire tale operazione.
Muovendosi orizzontalmente, la testina rilascia tramite i propri ugelli l’inchiostro che viene indirizzato verso il foglio, che contemporaneamente si muove in maniera verticale affinché la stampa possa essere realizzata nella sua interezza; spetta invece alla scheda determinare quando, e in quali quantità, l’inchiostro dev’essere rilasciato, sulla base dell’input fornito tramite il computer.
Principali pro e contro delle stampanti a getto d’inchiostro
Tradizionalmente, i principali limiti di questa tecnologia di stampa sono stati la facilità di intasamento degli ugelli e la facile sbavatura dell’inchiostro nei secondi appena successivi all’effettuazione della stampa, si tratta tuttavia di limiti che oggi, con le versioni più evolute delle stampanti inkjet, sono stati ampiamente superati.
Oggi i principali punti di forza che contraddistinguono le stampanti inkjet sono la maggiore economicità, non solo dei dispositivi, ma anche dei relativi consumabili, le migliori performance nelle stampe di fotografie, o comunque nelle stampe a colori, e la grande versatilità.
Le stampanti laser sanno eseguire le stampe in maniera più rapida rispetto alle inkjet, ma in un contesto domestico, o comunque in qualsiasi caso in cui non si effettuino abitualmente stampe in grandi quantità, questo non rappresenta un aspetto negativo degno di nota.
La suggestiva storia della nascita di questa tecnologia
Se si parla del funzionamento delle stampanti a getto d’inchiostro è interessante scoprire una curiosità relativa a come nacque questa particolare modalità di effettuazione delle stampe: si ritiene infatti che questa tecnologia sia stata ideata nell’ambito di accurati esperimenti di laboratorio, ma in una maniera completamente fortuita.
Erano i primi anni Ottanta e un team di ingegneri del marchio Canon, che già all’epoca era una realtà leader a livello mondiale, era impegnato in laboratorio per il perfezionamento di nuove tecnologie.
Uno di loro appoggiò inavvertitamente la punta di un saldatore sull’ago di una siringa, e questo causò un improvviso getto dell’inchiostro presente al suo interno: quello che sembrava essere un semplice episodio maldestro fu in realtà la base su cui Canon riuscì a perfezionare questa metodologia di stampa fino a proporla sul mercato nel 1985, quando lanciò quella che è considerata la prima stampante a getto d’inchiostro in assoluto, ovvero Bubble Jet BJ-80.
Ovviamente, come già detto in precedenza, nel corso dei decenni le stampanti a getto d’inchiostro si sono molto evolute rispetto agli albori, tuttavia il principio su cui si basa il loro funzionamento è rimasto il medesimo.