Spotify licenzia 200 persone nella divisione podcast e fonde Gimlet e Parcast in Spotify Studios per un riallineamento strategico.
Nel suo continuo percorso di cambiamento, Spotify, l’acclamato servizio di streaming musicale, annuncia un drastico taglio della sua forza lavoro. Quest’anno, l’azienda ha licenziato 200 membri del team dedicato ai podcast, pari a circa il 2% del personale totale, nell’ambito di un “riallineamento strategico”. Il nuovo approccio mira a essere “più personalizzato”, ottimizzando le risorse per ogni creator di podcast e il loro programma, cosa che, secondo Spotify, necessita di un team più agile e snello.
Con questo riassetto, Spotify unirà le case di produzione Gimlet e Parcast sotto l’ombrello di Spotify Studios, con l’obiettivo di continuare a produrre contenuti originali e lanciare nuovi spettacoli. Il focus sarà posto su contenuti frequenti che attirano un vasto pubblico. L’obiettivo principale dell’azienda è “massimizzare il consumo” del pubblico già esistente, incentivando l’ascolto di podcast con maggiore frequenza. Spotify sta inoltre potenziando l’analisi con Spotify For Podcasters, affinando le opzioni pubblicitarie e introducendo “più modelli di business” per sostenere i creatori.
Ricordiamo che Spotify ha iniziato a investire massivamente nel settore dei podcast nel 2019, acquisendo Gimlet, Parcast e Anchor, una piattaforma per creator di podcast. Questo investimento ha portato la piattaforma a diventare uno dei leader nel settore dei podcast, con la pretesa di essere il servizio di podcast più popolare in “maggior parte degli angoli” del mondo, vantando oltre 100 milioni di ascoltatori e 5 milioni di spettacoli. L’uso della piattaforma è cresciuto di oltre il 1.400%, e Spotify si dichiara ora il primo editore negli Stati Uniti.
Tuttavia, l’azienda è stata colpita da una serie di sfide. Lo scorso autunno, secondo Spotify, sono stati sospesi diversi programmi, con la conseguente perdita del 5% del suo team di podcast. A gennaio, il servizio ha licenziato il 6% del suo staff totale e ha visto la partenza di Dawn Ostroff, chief content officer, riconosciuta per aver moltiplicato per 40 i contenuti dei podcast. Inoltre, l’azienda ha dovuto gestire alcune controversie riguardanti la disinformazione all’interno dell’esclusiva di Spotify, The Joe Rogan Experience.
Sebbene Spotify continui a essere un protagonista chiave nel settore dei podcast, il recente ondata di licenziamenti e le sfide affrontate evidenziano un percorso difficile. Nonostante tutto, l’azienda si mostra determinata a navigare verso il successo in un panorama mediatico in continua evoluzione, puntando su un servizio più personalizzato e concentrato sulla produzione di contenuti.