Spotify pubblica il rapporto annuale “Loud & Clear”: oltre 9 miliardi di dollari versati all’industria musicale, record di pagamenti agli artisti indipendenti e democratizzazione della musica.
In una dichiarazione rilasciata oggi 19 marzo, Spotify ha elencato alcuni punti chiave del suo rapporto annuale sullo streaming musicale e sulla sua economia. “Loud & Clear“ viene pubblicato ogni anno e fornisce alcuni dati curiosi per gli artisti, i fan e l’intero settore musicale.
Un esempio è che, per l’ennesimo anno, Spotify ha stabilito il record del più alto pagamento annuale all’industria musicale da parte di un singolo rivenditore: oltre 9 miliardi di dollari. Questa cifra è quasi triplicata negli ultimi sei anni e rappresenta gran parte degli oltre 48 miliardi di dollari che Spotify ha versato dalla sua fondazione.
Inoltre, più della metà degli artisti che hanno generato almeno 10.000 dollari su Spotify proviene da Paesi in cui l’inglese non è la prima lingua, con lo spagnolo, il tedesco, il portoghese, il francese e il coreano in testa alle performance in lingue diverse dall’inglese.
Nel 2023, gli artisti indipendenti hanno generato circa 4,5 miliardi di dollari su Spotify. Questo traguardo rappresenta il primo anno in cui gli indipendenti hanno rappresentato circa la metà di quanto l’intero settore ha generato su Spotify, per un totale di oltre 9 miliardi di dollari. Un altro dettaglio curioso è che molti degli artisti che hanno generato almeno 1 milione di dollari su Spotify nel 2023 non sono artisti mainstream e non hanno avuto bisogno di una “hit” per avere un anno di successo.
Ecco alcuni dettagli del rapporto:
- Spotify ha pagato 4 miliardi di dollari agli editori – che rappresentano gli autori di canzoni – negli ultimi due anni
- Quasi la metà degli artisti che hanno generato più di 10.000 dollari su Spotify nel 2017 stanno ora generando più di 50.000 dollari
- Nel 2023, 50.000 artisti genereranno almeno 16.500 dollari su Spotify
Inoltre questi dati evidenziano il ruolo di Spotify nella democratizzazione dell’accesso alla musica e nella creazione di opportunità per artisti emergenti e indipendenti, che in passato avrebbero potuto trovare difficoltà a guadagnare visibilità nell’era dei CD.
