Call of Duty: la guerra tra le console di gioco Sony PlayStation e Xbox si intensifica con l’indagine sulla possibile acquisizione da parte di Microsoft.
Sony critica la decisione dell’autorità antitrust inglese, la CMA, di obbligare Microsoft a consentire a Call of Duty di funzionare su altre piattaforme oltre a Xbox. La CMA ha chiesto alle due società di garantire la piena intercompatibilità tra tutte le versioni del gioco, a partire dal prossimo novembre.
In una dichiarazione ufficiale, Sony ha definito la decisione “irrazionale” e ha espresso preoccupazione per il possibile effetto negativo sulla qualità del gioco su PlayStation. La società giapponese ha anche affermato che Microsoft potrebbe impedire al gioco di sfruttare le funzioni e l’hardware esclusivi della console Sony, creando un vantaggio competitivo per Xbox.
In ogni caso, gli analisti sono divisi sulle conseguenze della decisione della CMA. Alcuni ritengono che l’apertura di Call of Duty ad altre piattaforme potrebbe aumentare il numero di giocatori e aumentare la concorrenza tra Xbox e PlayStation. Altri sostengono che il livello di innovazione del gioco sia troppo basso per giustificare una maggiore offerta ai consumatori.
È interessante notare che questa disputa avviene mentre Sony ha rilasciato il porting PC di The Last of Us, precedentemente esclusiva PlayStation. Il gioco ha avuto problemi prestazionali e tecnicamente limitati rispetto alle versioni PlayStation. Tuttavia, è improbabile che ci sia una correlazione diretta tra il porting di The Last of Us e la posizione di Sony su Call of Duty.
In ogni caso, la questione è destinata a rimanere controversa nei prossimi mesi, poiché entrambe le società cercano di difendere i propri interessi in un mercato altamente competitivo e redditizio. Non è chiaro quale sarà l’esito di questa battaglia giuridica, ma sicuramente rappresenta una questione di grande rilevanza per l’industria videoludica e per i consumatori che cercano di avere accesso ai migliori giochi possibili su tutte le piattaforme.