Samsung concentra la sua attenzione sul processo produttivo a 2 nanometri per i chip, con un Exynos in fase di test e un primo cliente già acquisito. Tutto ciò, dopo il mancato successo del processo GAA a 3 nanometri.
Samsung sta intensificando i suoi sforzi nello sviluppo di tecnologie di produzione di chip all’avanguardia, puntando a realizzare un chip con il processo a 2 nanometri. La nuova sfida arriva dopo quelle incontrate con il processo Gate-All-Around (GAA) a 3 nm, che non è riuscito a catturare l’interesse dei clienti a causa di un tasso di rendimento inferiore alle aspettative.
Un recente rapporto ha evidenziato che Samsung aspirava a raggiungere un tasso di rendimento superiore al 70% per il processo a 3 nm, ma non è andata oltre il 60%, una prestazione che si è rivelata insufficiente per attrarre i potenziali clienti verso questa tecnologia. In questo contesto, la notizia dello sviluppo di un chip Exynos con tecnologia a 2 nm segna un importante sviluppo per Samsung.
Informazioni precedenti avevano già accennato allo sviluppo dell’Exynos 2500, previsto come successore del modello attuale con una produzione a 3 nm e caratterizzato da un cluster di CPU con 10 core. Il passaggio alla litografia a 2 nm non è previsto prima del 2026, indicando un percorso di sviluppo a lungo termine per questa tecnologia.
Nella corsa alla produzione a 2 nm, Samsung ha già assicurato il suo primo cliente, Preferred Networks (PFN), posizionandosi in competizione diretta con altri giganti del settore; Qualcomm avrebbe richiesto campioni a 2 nm sia a Samsung che a TSMC. Quest’ultimo utilizzerebbe la tecnologia a 2 nm per la produzione dello Snapdragon 8 Gen 5, segnando un altro importante traguardo nell’evoluzione dei processi produttivi di semiconduttori.
L’ambizione di Samsung è di invertire la situazione rispetto a TSMC, attualmente leader nella produzione di SoC a 3 nm.