I ritardi e i bassi rendimenti nel processo a 3 nm di Samsung stanno mettendo a dura prova l’azienda che ora sta spostando l’attenzione sulla produzione di massa di chip a 2 nm.
Si è discusso a lungo sul processore che avrebbe alimentato la serie Galaxy S25, ipotizzando il ritorno di Exynos, ma di recente è stato confermato che la prossima serie flagship utilizzerà solo lo Snapdragon 8 Elite. Samsung ha cercato di migliorare il rendimento dei suoi chip a 3 nm, con l’obiettivo di attrarre grandi clienti, ma, dalle informazioni giunte, finora non è riuscita a raggiungere i risultati desiderati a causa dei molti ostacoli produttivi. Le difficoltà tecniche, legate ai bassi rendimenti di produzione, sarebbero una delle principali ragioni per cui la divisione Samsung MX ha deciso di adottare il chip Snapdragon 8 Elite per la serie Galaxy S25, al posto di Exynos 2500. La produzione di quest’ultimo, infatti, non raggiunge livelli ottimali per supportare una linea di punta come la serie Galaxy S.
Secondo nuovi report provenienti dalla Corea del Sud, le prospettive per il miglioramento dei rendimenti del processo a 3 nm di Samsung rimangono incerte. Fonti locali descrivono la situazione come “disastrosa”, con i rendimenti del processo GAA a 3 nm di seconda generazione che si attestano a solo un terzo dell’obiettivo prefissato.
Tuttavia, sul fronte della prima generazione del processo a 3 nm, Samsung ha fatto passi avanti. L’azienda aveva fissato un obiettivo di rendimento interno del 70% per il nodo GAA a 3 nm, sia per la prima che per la seconda generazione. Dopo innumerevoli sforzi e investimenti, il processo SF3E-3GAE di prima generazione ha raggiunto un rendimento tra il 50% e il 60%. Tale miglioramento, però, ha richiesto molto tempo e costi elevati, che si sono tradotti in miliardi di dollari persi in ordini potenziali.
Per il processo di seconda generazione, i risultati sono stati invece deludenti, con un rendimento che si ferma al 20%, ben lontano dall’obiettivo iniziale. Per far fronte a queste difficoltà e mantenere la propria competitività, Samsung sta ora spostando l’attenzione sulla produzione di massa di chip a 2 nm, considerati il futuro della miniaturizzazione dei semiconduttori.
La produzione dei chip a 3 nm era partita nel 2022, ma le sfide tecniche incontrate continuano a ritardare l’efficienza e l’affidabilità necessarie per attrarre nuovi ordini. Il percorso per Samsung rimane complesso, ma l’azienda spera che il passaggio alla tecnologia a 2 nm possa portare miglioramenti che le consentano di riguadagnare terreno in un settore altamente competitivo.