Una giuria federale di New York ha stabilito la colpevolezza dell’ex CEO di FTX, Sam Bankman-Fried, su tutti i capi d’imputazione. Una sentenza che potrebbe tradursi in oltre un secolo di reclusione.

In una svolta sconvolgente per l’industria delle criptovalute, Sam Bankman-Fried, un tempo stella in ascesa del settore, è stato dichiarato colpevole di frode e riciclaggio di denaro. La corte federale del Southern District di New York ha ritenuto l’ex magnate responsabile di un massiccio schema fraudolento legato alla sua azienda, FTX, con possibili 115 anni di reclusione incombenti. Mentre il settore ancora si riprende dallo shock, il mondo attende la sentenza definitiva, fissata per il 28 marzo.

Il processo, che ha durato cinque intense settimane, ha visto una giuria meticolosamente sezionare la catena di eventi che hanno portato al tracollo di FTX e di Alameda Research, con un occhio critico verso le operazioni condotte da Bankman-Fried. La velocità della decisione, raggiunta dopo soltanto quattro ore di deliberazione, è indicativa della forza delle prove a carico dell’ex CEO, sottolineando la gravità delle sue azioni.

Bankman-Fried è stato accusato di aver messo in atto un piano ad ampio raggioper deviare fondi clienti, contati in miliardi di dollari, lontano dalle casse di FTX, ingannando allo stesso tempo investitori e finanziatori. La faccenda iniziò con il crollo del mercato delle criptovalute nel novembre 2020, che portò FTX a cercare disperatamente aiuto da Binance, il gigante delle exchange. Inizialmente disposta a fornire sostegno finanziario, Binance si ritirò dall’accordo quando emersero durante la due diligence gravi irregolarità e una gestione dei fondi dei clienti al di fuori di ogni regola.

Bankman-Fried, nel tentativo di salvare la faccia, si scusò pubblicamente attraverso i social media, per poi dichiarare il fallimento dell’impresa. Tuttavia, questi passi non hanno fatto altro che sottolineare la reale portata dello scandalo, ben oltre una semplice gestione aziendale fallimentare. Arrestato, l’ex CEO ha negato ogni accusa di furto e frode, ammettendo solamente che Alameda avesse “preso in prestito” fondi da FTX. Le sue parole non hanno trovato eco nei giudici, che hanno sancito la sua colpevolezza.

La caduta di Bankman-Fried rappresenta uno degli scandali più risonanti nel campo delle criptovalute e getta luce sulla vulnerabilità di un settore in bilico, ancora in cerca di stabilità e regolamentazione. L’epilogo di questa vicenda è atteso con trepidazione, sia per le implicazioni legali che per le conseguenze che potrebbe avere su un mercato cripto già in difficoltà. La comunità attende ora la sentenza finale, che segnerà non solo il destino di Bankman-Fried ma potrebbe anche influenzare il corso futuro della regolamentazione delle criptovalute a livello globale.

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Team CEOTECH
La tecnologia dovrebbe arricchire la vita delle persone oltre a tutelare il pianeta.