Il sito web Q&A Quora ha lanciato una piattaforma chiamata Poe che consente agli utenti di parlare con chatbot IA e di ottenere risposte immediate. Poe è l’acronimo di “Platform for Open Exploration” ed è riservato agli utenti iOS. Un portavoce di Quora ha dichiarato a TechCrunch che Poe è “progettato per essere un luogo in cui le persone possono facilmente interagire con una serie di agenti IA diversi”. Inoltre, la piattaforma si basa sui contenuti generati dagli utenti per migliorare le proprie conoscenze e fornire risposte.
Il portavoce di Quora ha continuato affermando che i 12 anni di esperienza nella gestione di un sito web di Q&A di successo e nel servire le persone in cerca di conoscenza permetteranno loro di applicare le loro conoscenze a un nuovo dominio. A differenza di ChatGPT, Poe permette agli utenti di conversare con i modelli di intelligenza artificiale ed è più simile a un’app di messaggistica. Nell’app si ha accesso a diversi modelli di intelligenza artificiale per ottenere una risposta su misura. Tra questi, “aiuto nella scrittura”, “cucina”, “risoluzione di problemi” e “natura”. Quora ha promesso di aggiungere nuovi modelli di intelligenza artificiale consentendo ai creatori di inviare i loro modelli nell’app.
Inoltre, Quora delega la moderazione dei contenuti ai fornitori di modelli di intelligenza artificiale senza assumersi alcuna responsabilità. “I fornitori di modelli si sono impegnati a fondo per evitare che i bot generino risposte non sicure”, ha dichiarato il portavoce. Poe è ora un progetto autonomo e non farà presto parte di Quora. Il portavoce non ha chiarito quali incentivi ci siano dietro la creazione di una piattaforma di questo tipo, ma l’offerta di funzioni Q&A premium attraverso Poe è un’opzione plausibile per Quora.
A parte l’entusiasmo per i chatbot IA, questi sono diventati piuttosto controversi per i loro contenuti tendenziosi e razzisti. Alcuni esperti temono addirittura che ChatGPT possa essere usato per diffondere codice maligno. Per questo motivo il sito di Q&A Stack Overflow ha vietato agli utenti di condividere i contenuti generati da ChatGPT, sostenendo che gli utenti potrebbero inondare il sito di risposte dubbie.
I chatbot IA sono anche accusati di violazione del copyright. Un programmatore ha recentemente citato in giudizio GitHub, Microsoft e OpenAI per questo motivo. La causa è stata intentata per aver permesso all’assistente di codifica Copilot AI di utilizzare sezioni di un codice concesso in licenza senza autorizzazione.