Amiamo lo stile minimal, ma ci concediamo qualche deroga. A dirlo è l’indagine commissionata da eBay e condotta da Squadrati, società di ricerche di mercato e analisi semiotiche, che ha delineato i profili degli italiani in fatto di ordine casalingo. La ricerca restituisce una fotografia di come interpretiamo il decluttering e il grado di accordo degli intervistati con alcune affermazioni delinea l’immagine di un’Italia che idealmente ama l’ordine e il decluttering, considerati sinonimo di benessere personale, ma che di alcuni oggetti proprio non riesce a liberarsene.
Il 71% pensa che le case in ordine e minimal trasmettano benessere, al 70% piace eliminare qualcosa di vecchio per far posto al nuovo e il 66% pensa che liberarsi delle cose inutili significhi prendersi cura di sé. Sono i giovanissimi della GenZ i più attenti ai nuovi trend: più degli altri sanno cosa significa decluttering (35%) o ne hanno già sentito parlare e sono anche quelli più concordi con il metodo KonMari, e quindi che “per vivere una vita più felice bisogna liberarsi di tutti gli oggetti che non ci danno più gioia” (81%). Meno concordi i Baby Boomers (38%).
Una pratica, quella del decluttering, con cui intende cimentarsi questa primavera il 74% degli intervistati: ad avere intenzione di liberarsi delle cose superflue sono soprattutto le donne (79%).
Ne risulta, dando uno sguardo alle nostre case, che il 70% di queste è ordinata e il 52% ha poche cose in giro. Ci riveliamo perciò amanti degli spazi minimal: meno oggetti ci sono in una casa, meglio è (59%) e, nei momenti di crisi o di stress, liberarsi di alcune cose ci fa stare bene (58%). A preferire spazi ordinati con poche cose sui ripiani sono soprattutto i Millennials (41%). In fondo, però, siamo anche un popolo di “formichine” che tende a conservare per motivi sentimentali (62%) – particolarmente vero per le donne, per cui la percentuale sale al 70% – o per motivi di utilità (56%), come raccontano i 4 profili degli italiani in fatto di ordine casalingo. Dal minimalista seriale all’accumulatore previdente, ecco come Squadrati ci ha fotografati:
- Minimalista seriale (10%): di fronte a un armadio traboccante di vestiti e a scaffali pieni di cose che non usa da tempo, il Minimalista seriale reagisce liberandosi di tutto ciò che non gli serve. In pieno stile Marie Kondo, crede fermamente che nei momenti di crisi liberarsi di alcune cose faccia bene (71%) e pensa che sia meglio eliminare qualcosa di vecchio per far posto al nuovo (84%). Anche per questo, nella sua casa non c’è niente di inutile: ambienti minimal, ordinati, con poche cose sui ripiani o appese alle pareti (52%). La sua scelta di cosa tenere si basa sull’utilità, se serve oppure no (73%). Curioso sapere che il Minimalista seriale ha sentito parlare di decluttering (29%), ma non sa esattamente in cosa consiste. Intende però metterlo in atto questa primavera (82%).
- Zen del riordino (25%): lo Zen del riordino prova spesso l’impulso di liberare la propria casa da ciò che è diventato inutile, soprattutto quando sente di aver bisogno di sentirsi meglio (53%). Il suo motto di vita è “Fare ordine in casa significa fare ordine nella propria vita” e, durante il lockdown, è soprattutto lui ad averne approfittato per liberare la casa da quelle cose diventate superflue (55%). Come per il Minimalista, la casa dello Zen del riordino ha poche cose sui ripiani o appese alle pareti, perché non ama avere tante cose in giro per casa (58%). Sebbene tenda a buttare tutto, lo Zen del riordino – il 31% dei Millennials intervistati – sente che la sua casa è ancora piena di cose inutili o superflue, perché non riesce a trovare la giusta collocazione alle cose che acquista e crede fermamente che liberarsi dell’inutile significhi prendersi cura di sé (80%), ritenendolo liberatorio e terapeutico nei momenti di crisi o stress (67%). Lo Zen del riordino dà agli oggetti di cui si vuole liberare una nuova vita, vendendoli (59%) o convertendoli in altro, e per lui questa primavera sarà una nuova occasione per fare decluttering (81%).
- Collezionista nostalgico (20%): è il tipo di persona che conserva tutto ciò che gli fa battere il cuore e gli rievoca ricordi: per questo accumula libri (55%), abbigliamento (54%), lavoretti degli figli fatti da bimbi (46%), vestiti dei figli di quando erano piccoli (36%) e anche delle persone care defunte (28%). Anche al Collezionista nostalgico capita d’avere necessità di liberare casa e, quando lo fa, gli costa fatica, perché è affezionato ai suoi oggetti (35%). Scegliere cosa buttare e cosa tenere gli mette ansia (53%) e pensa che liberarsi delle cose equivale a essere insensibili (47%). Dovendo scegliere cosa tenere, sceglie soprattutto in base al valore affettivo dell’oggetto (59%). Il Collezionista nostalgico – il 26% dei Baby Boomers intervistati – fa ordine senza buttare niente (22%), spesso spostandole in altri punti della casa, ed è soprattutto lui a possedere una “scatola dei ricordi” (34%). Non farà decluttering in primavera (31%).
- Accumulatore previdente (45%): l’Accumulatore previdente tende a tenere in casa tanti oggetti senza riuscire a disfarsene, non tanto per le emozioni che gli suscitano, ma per utilità: mai si sognerebbe di buttarli proprio perché potrebbero servirgli in futuro (90%). Così, nella sua casa c’è spesso un’abbondanza di oggetti: vecchi documenti (61%), capi d’abbigliamento (54%), prodotti di cancelleria (43%), sacchetti dei negozi (39%), attrezzi da cucina (36%) e spesso il destino riservato a questi oggetti è di essere spostati in altri luoghi della casa, come il garage, il solaio o la cantina (57%).
Il non riuscire a trovare la giusta collocazione alle cose è più frequente in particolare tra i Baby Boomers (45%), mentre dichiara che la ragione dell’accumulo è l’essere disordinato soprattutto la GenZ (34%) e il non sapere dove smaltire i diversi oggetti è una motivazione addotta più dagli uomini (30%). Decide invece per la rivendita il 54% degli italiani: sono molto più propensi a vendere soprattutto i giovani della GenZ e i Millennials (rispettivamente 74% e 64%) e chi risiede nel Nord Est o in Centro Italia (entrambi 60%). Tra i motivi per cui si vendono i prodotti emergono anche quelli più di ecosostenibilità, ovvero l’attenzione per l’ambiente e la società (38%), nonostante l’obiettivo di guadagnare qualcosa sia ancora predominante (62%). Ma quali sono gli oggetti più venduti? In testa ci sono i libri, indicati da quasi 3 italiani su 10, cellulari e smartphone (24%), soprammobili (23%), capi d’abbigliamento (21%) e scarpe (16%). Il canale privilegiato per la vendita sono i siti online come eBay, scelti dal 51% degli intervistati.
Proprio eBay promuove la rivendita, attraverso la piattaforma, degli oggetti che decidiamo di dismettere, incentivando così un approccio sostenibile e circolare: l’acquisto di un oggetto di seconda mano impatta sull’ambiente fino a 2,5 volte in meno rispetto a un oggetto nuovo. Da sempre attento alla sostenibilità, eBay si è impegnato per ridurre di 3 milioni di tonnellate le emissioni di carbonio entro il 2025, anche attraverso la promozione della rivendita di oggetti tra privati sul sito, che rappresenta un’opportunità non solo per guadagnare, ma soprattutto per dare una nuova vita a qualcosa che non ci è più utile e che può invece rendere felici altre persone.