Il secondo articolo della serie dedicata al Podcast: informazioni pratiche per migliorare la qualità dei tuoi programmi e gestire al meglio i contenuti. Guide, consigli, attrezzature hardware e software.

Nell’articolo precedente abbiamo parlato di come funziona un equalizzatore. Oggi completiamo l’argomento vedendo come utilizzare praticamente questo strumento.

Un podcast può contenere diversi tipi di sorgenti audio, comunemente voce e musica. Per quanto riguarda i brani musicali, se si tratta di brani pre-registrati, quindi non musica dal vivo, non ci sarà bisogno di intervenire in alcun modo, se non con aggiustamenti relativi al volume da effettuare in fase di “mix” tra voce e musica.

L’equalizzatore ci può aiutare a rendere la nostra voce – e quella dei nostri interlocutori – più “radiofonica”, piacevole, più chiara o più profonda, oltre a migliorarne l’intelligibilità. Come regola di base teniamo conto che quando si fa un boost, ovvero si aumenta il livello in dB di un particolare gruppo di frequenze, possono enfatizzarsi anche frequenze indesiderate presenti sulla traccia o si può creare qualche distorsione. In linea di massima, meglio procedere con aggiustamenti molto lievi. Vedremo poi anche come procedere nel caso che desideriamo provare ad eliminare (quasi) totalmente un rumore o una frequenza di disturbo.

Le voci non sono tutte uguali, ad esempio una voce maschile ha ovviamente più corpo nelle frequenze basse di una voce femminile. Ma non solo: ogni voce ha le sue caratteristiche, dovute a una grande varietà di fattori. Questo vuol dire che non esiste una regola che ci permette di stabilire con esattezza quale intervento eseguire. È importante sperimentare per trovare la soluzione giusta caso per caso, a cominciare dalla propria voce. Con un po’ di pratica risulterà comunque tutto più semplice.

Vediamo comunque alcune linee guida per iniziare.

  • Meglio tagliare tutto sotto i 100Hz con un filtro passa alto (High pass, anche chiamato Low Rolloff)
  • Il corpo della voce, la sonorità delle vocali, si trova intorno ai 500 Hz.
  • L’intelligibilità si migliora con un lieve boost intorno a 1K-2K, ma attenzione a non rendere la voce troppo “nasale”.
  • Per dare più “aria” e “brillantezza”, lavorate sulle frequenze tra i 4K e i 6K.
  • Attenzione a non enfatizzare troppo le frequenze dai 6K in poi, per evitare fastidiosi fruscii o sibilanti troppo pronunciate.

UN ESEMPIO PRATICO

Tutti i principali sofware per la gestione di tracce audio ci permettono di inerire un equalizzatore sulla traccia. Prendiamo ad esempio Audacity, uno dei programmi gratuiti più diffusi. Per applicare l’equalizzatore bisogna selezionare l’audio da trattare, poi aprire il menu effetti e selezionare equalizzatore. A questo punto abbiamo la possibilità di intervenire direttamente sullo spettro delle frequenze, modificando la linea presente sul piano cartesiano. Sull’asse x abbiamo le frequenza, sull’asse y l’intensità, espressa in dB.

Proviamo ad utilizzare il preset Low Rolloff For Speech. Questo filtro fa un taglio abbastanza radicale delle frequenze sotto i 100Hz. Poi proviamo a alzare di circa 3 dB a 1K e altri 3 dB con frequenza centrale intorno ai 5K. Curve sempre abbastanza morbide e boost di non più di 3 dB. Se, in partenza, la voce è molto nasale, operiamo invece un taglio intorno a 1K.

A questo punto ascoltate – l’ascolto è fondamentale a prescindere da qualsiasi grafico e linea. La voce dovrebbe aver guadagnato in chiarezza e intelligibilità.

CERCARE ED ELIMINARE UNA FREQUENZA PROBLEMATICA

Se sulla traccia audio è presente una frequenza che vogliamo eliminare o comunque limitare il più possibile e abbiamo a disposizione un equalizzatore parametrico, si può procedere come segue.

Impostare il fattore Q a livello massimo (ovvero curva di Q molto stretta). Alzare il controllo boost/cut al massimo. Spostare lentamente il selettore di frequenza lungo l’intero spettro. Quando troviamo la frequenza che vogliamo eliminare, ritorniamo sul controllo di boost/cut e operiamo il taglio necessario. A questo punto possiamo allargare leggermente la curva di Q fino a raggiungere l’effetto desiderato.

Nel prossimo articolo dedicato al podcast parleremo di microfoni: differenze tra modelli e suggerimenti per il loro utilizzo.

(cover pic. Steve Harvey @trommelkopf via Unsplash.com)

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Elisabetta Carosi
Blogger, fonico, formatrice. Mi piace raccontare il mondo della tecnologia e del suono. Fan della psicoacustica e dei cavi XLR.