La sottile linea tra miglioramento e regresso tecnologico si fa evidente con l’ultima mossa di Google: un aggiornamento firmware rallenta i tempi di ricarica del primo Pixel Watch, suscitando domande e perplessità tra gli utenti e gli esperti del settore.
La tecnologia e i suoi incessanti aggiornamenti sono spesso sinonimo di miglioramento e ottimizzazione, ma non sempre questo si verifica in maniera lineare e senza intoppi. Una situazione piuttosto inconsueta si è materializzata per i possessori del primo Pixel Watch di Google. Lo smartwatch, che ha ricevuto un aggiornamento firmware, ha visto i propri tempi di ricarica aumentare in modo significativo, e a sorpresa, tale modifica non si è rivelata essere un bug, ma una scelta intenzionale dell’azienda.
Gli utenti si trovano ora a fronteggiare tempistiche dilatate durante il processo di ricarica del dispositivo. Specificatamente, il tempo necessario per portare la batteria del Pixel Watch:
- Da 0 a 50% è passato da 30 a 45 minuti
- Da 0 a 80% da 55 a 75 minuti
- Da 0 a 100% da 80 a 110 minuti
Queste modifiche non sono passate inosservate tra la comunità di utenti e appassionati, in quanto Google ha confermato l’aggiornamento dei tempi sulla scheda tecnica dell’orologio, affermando: “l’aggiornamento del firmware del Pixel Watch ci impone di rivedere i tempi di ricarica, i nuovi tempi sono quelli che l’utente medio vedrà”. Ciò che genera perplessità e discussioni è l’assenza di ulteriori spiegazioni in merito alle ragioni che hanno portato a tale scelta.
Sebbene il Pixel Watch 2 sia stato lanciato sul mercato, e malgrado presenti migliorie in diversi aspetti tecnologici, il modello originale del Pixel Watch rimane in vendita al prezzo di 319 euro per la versione Wi-Fi, sul negozio ufficiale dell’azienda. Il suo successore, più performante, ha un costo di 399 euro, per il modello Wi-Fi, rappresentando una alternativa per chi si avvicina ora al mondo degli smartwatch di Google e desidera optare per un dispositivo di generazione più avanzata.
Il contesto solleva interrogativi non da poco sulle strategie di Google e su come le aziende di tecnologia gestiscono le iterazioni dei propri prodotti post-lancio. L’aumento dei tempi di ricarica, solitamente non previsto né desiderato in un aggiornamento firmware, sottolinea come la tecnologia, anche quando sembra procedere verso il futuro, possa presentare singolari e inaspettate regressioni.