La piattaforma Piracy Shield diventa operativa dal 1° febbraio, un’iniziativa sostenuta dalla Lega Serie A per combattere lo streaming illegale e salvaguardare i diritti degli operatori televisivi e dei club calcistici.
Piracy Shield, una piattaforma dedicata al contrasto dello streaming illegale, diventerà operativa dal 1° febbraio. Questo sistema innovativo, già presentato a dicembre durante i test preliminari, è accolto con grande entusiasmo dalla Lega Serie A, che stima di subire annualmente danni per oltre 300 milioni di euro a causa della pirateria. La problematica della pirateria affligge non solo i club calcistici, ma anche gli operatori televisivi e tutti i lavoratori del settore.
La piattaforma Piracy Shield si avvale di un sistema antipirateria machine-to-machine, che consente una gestione automatizzata delle segnalazioni provenienti dai titolari dei diritti, tra cui Dazn, Sky, Netflix e altri. In seguito a una segnalazione, gli Internet Service Provider (ISP) sono tenuti a disattivare entro 30 minuti la risoluzione DNS e l’instradamento del traffico verso gli indirizzi IP incriminati. Questo processo può essere svolto sia manualmente che automaticamente. Tuttavia, è fondamentale che le segnalazioni siano supportate da prove concrete che attestino l’illegalità della trasmissione per un dato indirizzo IP.
Nonostante l’innovazione, permangono dubbi sull’efficacia tempestiva di Piracy Shield. Assoprovider ha espresso preoccupazioni sui potenziali svantaggi per gli ISP di piccole dimensioni e sulle questioni relative all’identificazione di indirizzi IP condivisi tra più domini. Per affrontare tali problematiche, Piracy Shield richiede ai titolari dei diritti di fornire prove inequivocabili di attività illegali per ogni indirizzo IP segnalato.
La Lega Serie A ha donato la piattaforma all’Agcom, ma secondo la legislazione antipirateria del 14 luglio 2023, i titolari dei diritti sono chiamati a contribuire alle spese di manutenzione e al funzionamento continuo della piattaforma. Questo impegno finanziario potrebbe tradursi in un aumento dei prezzi degli abbonamenti per i consumatori, anche se al momento non ci sono dichiarazioni ufficiali da parte delle società coinvolte su eventuali incrementi tariffari.