Davvero una bella macchina fotografica, Lumix G90 mi ha particolarmente sorpreso sotto vari aspetti: autofocus veloce, buon bilanciamento per i toni, stabilizzazione da invidia, corpo non troppo pesante; insomma già posso dire che questo prodotto può esser premiato, però prima di dargli la medaglia occorre evidenziare anche alcune questioni che possono essere migliorate.
533 grammi che, rispetto alla bella G80, porta circa 30 grammi in più. Ovviamente non contate l’attrezzatura e gli accessori, li si può arrivare anche a 750-800 grammi. Come dimensioni invece abbiamo 130.4 x 93.5 x 77.4 millimetri.
E’ una MILC, ovvero una mirrorless, una tipologia di macchina che si spera sia venduta il più possibile visto che ricopre poco il mercato mondiale, quindi vi ho fatto intuire il mio sentimento per questa categoria. Buona maneggevolezza, ha un appoggio per la mano ben pronunciato; corpo tropicalizzato ovvero resiste a qualsiasi condizione ambientale.
In Panasonic è famosa la GH5, apprezzata da moltissimi utenti. Ecco, questa G90 sembra che punti proprio a quel modello, però rimane pur sempre in un altro piano. Abbiamo il classico sensore MOS da 20.3Mpx con filtro a colori primari, 4 unità in più rispetto alla generazione rpecedente, sensore micro 4:3 da 1.3cm x 1.73cm. Oltre a questo naturalmente abbiamo un processore d’immagine, il venus engine, che va a concentrarsi sulla realizzazione delle immagini.
Ha delle funzionalità che già son presenti in altre Lumix, come il post-focus, connessione wireless quindi Wi-Fi e bluetooth, 4K Photo e altro. Monta anche uno stabilizzatore ottico direttamente sul sensore, 5 assi Dual-IS, novità già vista nella G80. Nella parte posteriore il mirino LVF OLED da 2.36 milioni di punti, ingrandimento di 0.74x e copertura del campo visivo del 100%.
E’ installato un flash, azionabile solo manualmente spostando la levetta sul lato sinistro della macchina.
Abbiamo poi un display OLED (menomale non LCD come si trova da tutte le parti) da 3 pollici (7.66 cm di diagonale), completamente orientabile (ma non ribaltato come nelle Sony) e con tecnologia touch. Quest’ultimo è un punto a favore per l’utente, visto che si ritrova un’interazione alternativa ai classici pulsanti che probabilmente, per i meno esperti, risultano complicati da padroneggiare.
Parlo un attimo d’ingressi e periferiche esterne. Sul lato sinistro si ha l’entrata micro-USB 2.0, fondamentale per la ricarica, una micro-HDMI, due entrate jack da 2.5mm e 3.5mm.
Sul lato sinistro invece c’è l’entrata per la SD, mi raccomando prestazionale come scheda altrimenti non sfruttate questa macchina (per vedere quale usare sono presenti informazioni sul manuale cartaceo e online). Nella parte in basso è posizionato l’alloggiamento della batteria.
Le foto le troviamo ad una risoluzione massima pari a 5184×3888 pixel, veramente quasi tutto perfetto, riesce per così dire a catturare quello che l’utente vuole. Possiamo limitare anche la post-produzione grazie ai 22 filtri messi a disposizione. Aspetto che ho notato fin dai primi scatti è l’applicazione di un contrasto decisamente alto, filosofia molto seguita da queste aziende per enfatizzare i contenuti che possono essere prodotti, però Panasonic riesce al contempo a non “iniziare” a rovinare l’immagine.
Video in 4K standard a 30 fotogrammi al secondo, se volete il 60 dovete limitarvi ad utilizzare il Full HD. La cosa fantastica è che si ha un tempo illimitato per la registrazione, in tutte le risoluzioni, poi abbiamo il V-Logl e chiaramente l’autofocus. Riguardo quest’ultimo, come dicevo ad inizio video, è velocissimo grazie al depth from defocus, per l’applicazione occorre solo 0.07 secondi.
Ecco gli aspetti che possono essere migliorati. Ricollegandomi subito alla registrazione, il fattore di crop, pari a 1.26X, potrebbe danneggiare, per così dire, un’inquadratura. Per l’autofocus ci sono 49 aree, visto che ci si vuole avvicinare alla GH5 forse son un po’ poche, l’altra ne ha ben 225, c’è una bella differenza.
La batteria poteva far di più, per il prezzo che conta questa macchina, supporta fino a 290 scatti fotografici, un po’ ridotta come cosa. Anche l’otturatore rientra fra gli indagati, posa oscillante tra 1/1600 e 60 secondi, probabilmente un po’ ridotta per questa semi-professionale. Stessa cosa vale anche per lo scatto continuo, arrestandosi a 9 fps con autofocus bloccato al primo scatto.
Se desiderate visualizzare foto e video fatti da questa G90, attraverso il link in fondo a questo articolo potete scaricare i contenuti realizzati.