Da quando ha annunciato la fusione con OPPO molti fan di lunga data hanno espresso una certa insofferenza verso OnePlus. L’azienda è cambiata, anche dal punto di vista software, come dimostra la OxygenOS 12, sempre più vicina alla ColorOS, e persino il possibile cambio di nome in H2OOS.
Ma anche dal punto di vista hardware, allontanandosi da quell’identità più elitaria che aveva all’inizio. Niente più soli top di gamma: da qualche tempo OnePlus non significa solo fascia alta ma anche fascia media.
La nascita della serie Nord rappresenta il più grande cambiamento per l’azienda: la società punta a 25 milioni di smartphone venduti entro il 2023 e sembra che possa riuscirci. Al netto di chi potrebbe sentirsi tradito dal nuovo corso di OnePlus, i numeri gli stanno dando ragione: da quando esiste la serie Nord, dal 2021 ha registrato un aumento globale delle vendite del 257%.
Durante l’anno precedente, OnePlus ha venduto qualcosa come 10 milioni di smartphone, un traguardo celebrato dal suo proprietario Pete Lau. Nei giorni scorsi, gli analisti di Counterpoint Research ci hanno indicato chi ha venduto più smartphone durante il 2021. Ovviamente, OnePlus è ancora lontano dalla cima della top 5, dove stazionano marchi come Samsung, Apple, Xiaomi, OPPO, realme e vivo.
Ma se la discussione si limita ad alcune specifiche aree geografiche, i numeri di OnePlus diventano ancora più consistenti. Il 2021 negli Stati Uniti si è rivelato abbastanza redditizio, con un picco di mercato del 3% nel Q3, stabilizzandosi al 2% nel Q4. Confrontando la fine del 2020 e del 2021, OnePlus può vantare una crescita del + 524%: a cosa dobbiamo questa enorme crescita?
Secondo l’analisi di Counterpoint, OnePlus lo deve ai modelli della serie Nord, venduti in sinergia con gli operatori T-Mobile e Metro in oltre 2.000 negozi Walmart. In tutto questo, è quasi paradossale che in un mercato come quello americano, storicamente legato ai marchi occidentali, i cinesi OnePlus e Alcatel siedano sopra Google.