Sotto la guida di Elon Musk, Neuralink avanza verso una rivoluzione nell’interfaccia cervello-computer, nonostante le controversie precedenti.
Neuralink, l’azienda di Elon Musk specializzata nella realizzazione di interfacce cervello-computer (BCI), ha annunciato l’apertura delle iscrizioni per il suo primo studio sull’uomo, denominato Precise Robotically Implanted Brain-Computer Interface (PRIME). L’attesa notizia arriva con un certo ritardo rispetto alle aspettative: un anno dopo l’ultimo grande annuncio dell’azienda e quattro mesi in più rispetto alle previsioni di Musk.
Il ritardo non è stato l’unico ostacolo per Neuralink: la rivale Synchron ha già messo piede sul mercato, precedendo l’azienda di Musk di quasi un mese. Ma qual è esattamente l’obiettivo di questo studio? Secondo il comunicato ufficiale, PRIME “mira a valutare la sicurezza dell’impianto N1 e del robot chirurgico R1, nonché la funzionalità iniziale della BCI per permettere a persone paralizzate di controllare dispositivi esterni semplicemente con il pensiero”.
Le persone al centro di questa sperimentazione sono principalmente coloro che soffrono di tetraplegia a seguito di lesioni al midollo spinale cervicale o di sclerosi laterale amiotrofica (SLA). Questa precisa focalizzazione mette in luce una netta distanza dalle affermazioni futuristiche e a tratti esagerate di Musk, che ha ipotizzato usi transumanistici come apprendimenti istantanei o il trasferimento della coscienza online.
L’obiettivo reale, almeno per ora, è molto più concreto e pragmatico: attraverso le BCI, si intende creare un ponte tra il cervello umano e le macchine, convertendo i nostri segnali cerebrali analogici in comandi digitali per dispositivi. La tecnologia di Neuralink si avvale di un sistema avanzato chiamato N1, che impiega un array di sonde estremamente sottili. Questo impianto, a differenza di alcuni concorrenti, necessita di un’installazione chirurgica robotica, compito svolto dal robot R1.
L’ambizione di Neuralink è chiara: “L’obiettivo iniziale della nostra BCI è garantire alle persone la capacità di controllare il cursore o la tastiera di un computer usando solo il pensiero”. Un obiettivo rivoluzionario che potrebbe cambiare la vita di molte persone disabili.
Tuttavia, il percorso di Neuralink non è stato esente da polemiche. L’anno scorso, l’azienda è stata al centro di un’indagine dopo accuse riguardo al trattamento di animali utilizzati come soggetti sperimentali, suscitando non poche controversie. La Food and Drug Administration (FDA) ha persino negato la richiesta di accelerare la sperimentazione su esseri umani. Nonostante questi intoppi, Neuralink ha ottenuto l’approvazione per avviare lo studio PRIME lo scorso maggio.