Moondrop Space Travel sono i migliori auricolari wireless con ANC acquistabili sotto i 50€, ideali per chi vuole un audio “Hi-Fi” e un design ricercato.

Negli ultimi mesi Moondrop ha assaltato la fascia bassa del mercato audio con prodotti molto interessanti. Tra questi troviamo anche i Moondrop Space Travel, degli auricolari wireless con ANC, dalle specifiche molto interessanti ma venduti ad un prezzo talmente basso da far pensare alla “fregatura”. Io li ho utilizzati per tre settimane insieme ad altri modelli più costosi, per provarle a tutto tondo e parlavi di come mi sono trovato con loro.

Confezione

La confezione è la classica di Moondrop per l’entry level: paratia trasparente e box compatto. All’interno troviamo: gli auricolari nel loro case (protetti da un film in plastica); kit di gommini auricolari ovali, nelle taglie S,M e L; generico cavetto UBS-C per la ricarica; mini manuale utente e cartoncini di garanzia. In commercio troviamo anche una custodia originale in pelle dal costo di circa 10€ (link).

Non ho gradito la scelta di inserire i gommini all’interno di un blister di plastica, meglio un sacchetto. Allo stesso modo non ho compreso il senso di inserire due coppie di taglie M. Non era meglio inserire la XS per offrire un migliore comfort a chi ha un canale uditivo più piccolo?

Design e comfort

I Moondrop Space Travel offrono un design iconico, hanno una custodia trasparente priva di coperchio che consente una rapida estrazione degli auricolari. Il magnete all’interno è forte abbastanza da non farle cadere dalla custodia, occorre un forte colpo secco per farle cadere.

Per il resto seguono le linee degli auricolari TWS realizzati da Moondrop, troviamo qualche grafica sul case e sugli auricolari stessi, ma nulla di invasivo. La custodia e gli auricolari sono realizzati molto bene, la plastica utilizzata è di buona fattura e si nota toccando il prodotto. Una costruzione millimetrica che sorprende per la sua fascia di prezzo, è paragonabile a prodotti da 50-60€.

L’angolazione degli auricolari è ottima, si inseriscono comodamente all’interno del canale uditivo e si posizionano con facilità nelle orecchie, o almeno questa è stata la mia esperienza. Comodo che gli auricolari si guardino tra di loro, ciò consente di non fare ulteriori manovre per indossarli.

Esperienza d’uso: dall’audio al confronto

I Moondrop Space Travel utilizzano un chip con Bluetooth 5.3, per massimizzare l’efficienza della connessione e la sua stabilità; all’interno c’è un DSP ottimizzato dall’azienda e supporto ai codec SBC e AAC. La connessione è ottimale con device Android o macOS, ma al solito l’audio su Windows risulta compresso; non le ho provate con iOS.

Qualità audio

Le Space Travel nel preset Reference, ovvero quello di default, presentano un lieve boost nelle basse frequenze e qualche picco in più nelle alte rispetto il target VDFS “ideale”. Il preset Basshead, aggiunge 2-3 dB alle basse frequenze rendendo “V-Shape” la firma. Infine, il preset Monitor, le rende molto leggere nei bassi, lasciando enfatizzare troppo la zona alta. Il VDFS (Virtual Diffused Field Stage) è il nome della curva di risposta in-ear realizzata da Moondrop, è un tuning che presenta delle variazioni rispetto l’Haman Target in-ear come: soundstage più ampio, voci più chiare e maggiore musicalità.

L’audio è buono, con un tuning “ricercato” che non troviamo praticamente in nessun altro modello concorrente. Gli auricolari cercano di essere neutrali, sia nel timbro che nella riproduzione, ma in realtà ha alcune pecche per via di questa scelta. State ben attenti a non confondere “neutrale” con “naturale”. Il sound manca un po’ di “corpo”, il timbro delle voci maschili mancano di impatto mentre quelle femminili vengono troppo enfatizzate (a tratti pungenti per via dei picchi di cui parlavo prima).

Però, questo tipo di gestione delle zone alte, porta ad avere un soundstage arioso, e anche se il posizionamento degli strumenti non brilla è sufficiente. Anche il dettaglio è sopra la media degli auricolari TWS sotto i 50€, senza però raggiungere livelli di IEM cablati dal simile costo, ma lo vedremo tra un attimo.

Moondrop Chu Vs Moondrop Space Travel

Ho rispolverato i miei Moondrop Chu dalla collezione, in quanto sono in-ear monitor che molti di voi possiedono o hanno avuto modo di ascoltare, e ho pensato di fare un breve confronto con le Space Travel. Effettivamente il sound è simile, d’altronde è lo stesso tuning e lo stesso driver dinamico N52, ma notiamo subito differenze importanti. I Chu hanno un sound migliore, anzi, potremmo dire una migliore esecuzione della VDFS. Il timbro è più corretto, il dettaglio e la risoluzione sono migliori, le alte frequenze sono pulite e i transienti sono più precisi; la grandezza del soundstage è quasi identica, ma nei Chu gli strumenti sono meglio posizionati. Però, i piccoli difetti elencati sopra sono presenti anche qui, seppur in forma “minore”.

Microfoni e ANC

Dalla ANC non mi aspettavo molto, e infatti non è nulla di entusiasmante, però, non è nemmeno così cattiva come potete immaginare. Riesce a cancellare in modo sufficiente le frequenze basse e un filo le alte, ma non abbastanza da ridurre in modo significativo il rumore di un autobus; una ANC sufficiente per un utilizzo in studio. Buona invece la modalità Trasparenza.

I microfoni sono più che sufficienti per effettuare conversazioni in luoghi pubblici non troppo affollati, in ufficio o per strada (se non troppo rumorosa). Considerando anche il prezzo direi che sono dei microfoni più che discreti!

L’app di gestione delle Space Travel è la classica Moondrop Link, disponibile su Play Store, dal loro sito web ma attualmente non per iOS/MacOS/iPadOS. L’app è un po’ lenta nel riconoscere gli auricolari o registrare i cambiamenti delle impostazioni.

Per quanto riguarda le Space Travel non è possibile fare molto. Troviamo solo tre profili di bass control: Reference (il loro VDFS), Basshead e Monitor. I controlli posso essere personalizzati, ma sempre in modo limitato. Non pretendo l’equalizzatore parametrico dei modelli più costosi, ma almeno uno semplice a cinque bande si poteva inserire.

Autonomia

L’autonomia è il vero “punto debole”, parliamo di sole 4 ore con singola carica; nelle mie prove con ANC attiva e codec AAC, sono arrivato ad appena 3 ore e 15 di utilizzo; il case offre altre tre ricariche complete degli auricolari. La ricarica impiega 1.5 ore per il case (o case più auricolari) e 1 ora per gli auricolari.

Non è un valore alto secondo gli standard attuali, ma molto dipende dalle vostre abitudini o dal viaggio. Secondo me il vero problema lo avrete dopo un anno o più di utilizzo, la batteria si degraderà e avrete un’autonomia inferiore alle tre ore; non l’ideale da un punto di vista di longevità del prodotto.

Considerazioni finali: ben fatto Moondrop!

I Moondrop Space Travel sono i migliori auricolari TWS sotto i 50€ per chi cerca un sound più raffinato, più “Hi-Fi”; è possibile acquistarle su Amazon Italia a circa 24 €. Per chi vuole un’esperienza audio di alta qualità senza spendere una fortuna, con meno di 50€ Moondrop Space Travel e i Moondrop Chu II rappresentano una combinazione vincente. Il 2024 si sta rivelano un periodo d’oro per il Chi-Fi!

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Liberato Stassano
Ho varie passioni che ruotano intorno alla tecnologia come gli smartphone, i PC e i videogiochi ma con la diffusione delle cuffie wireless mi sono avvicinato sempre di più al mondo dell'audio fino a rimanerne stregato e diventarne un grande appassionato.