La Corte del Delaware ha condannato Microsoft a pagare 242 milioni di dollari a IPA Technologies per violazione di brevetto relativo all’ex assistente digitale Cortana.

Microsoft si trova nuovamente sotto i riflettori, non per innovazioni tecnologiche, ma per una battaglia legale riguardante violazioni di brevetto. La notizia più recente colpisce direttamente l’ex assistente digitale di Microsoft, Cortana, dismesso nel 2023 con il lancio del suo successore, Microsoft Copilot su Windows. Nonostante l’assistente non sia più attivo, ha lasciato un’eredità legale che continua a costare caro a Microsoft.

L’azienda di Redmond è stata condannata a pagare un risarcimento di 242 milioni di dollari a IPA Technologies, una società controllata da Quarterhill, specializzata nella licenza di brevetti attraverso Wi-LAN. Il contenzioso ha avuto inizio nel 2018 quando IPA ha accusato Microsoft di utilizzare le sue tecnologie brevettate in Cortana senza le dovute autorizzazioni.

Queste tecnologie sono particolarmente importanti poiché sono le stesse impiegate da Apple per il suo noto assistente vocale Siri, acquisito dalla società Siri Inc, parte di SRI International, nel 2010. Un dettaglio che rafforza il peso delle tecnologie in questione e mette in luce la loro importanza per l’ampio utilizzo nel settore tecnologico.

La decisione è stata presa dalla Corte del Delaware negli Stati Uniti, che ha decretato il pagamento del risarcimento. Ad ogni modo, Microsoft non ha accettato passivamente la decisione e ha già annunciato le sue intenzioni di fare appello. “Continuiamo a credere fermamente che Microsoft non abbia violato i brevetti dell’IPA e ci appelleremo alla decisione”, ha dichiarato un portavoce di Microsoft a Reuters.

Questa causa è solo una delle molte che IPA ha intentato; la società ha anche avviato procedimenti legali contro altri giganti tecnologici come Google e Amazon, accusandoli di violazioni di brevetto simili. Sebbene IPA abbia perso la sua battaglia contro Amazon nel 2021, il caso contro Google è ancora in corso, lasciando aperta la questione delle responsabilità per l’uso delle tecnologie brevettate.

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