Dall’autorivelazione all’IA: come Meta combatte i deepfake e si adopera per preservare l’integrità delle informazioni online in collaborazione con partner tecnologici e l’uso di avanzati modelli linguistici.
Nel contesto attuale, caratterizzato da un’intensificazione della diffusione di deepfake e contenuti generati artificialmente, Meta si posiziona in prima linea nella lotta per l’autenticità online. La collaborazione con enti come Partnership on AI mira a rafforzare le iniziative esistenti volte a garantire l’origine e la veridicità dei contenuti condivisi sulle piattaforme digitali. Tra le azioni intraprese, spicca l’introduzione del sistema Content Credentials da parte di Adobe, che integra nei metadati delle immagini informazioni chiave sulla loro provenienza, e l’estensione da parte di Google del suo watermark SynthID ai file audio, dopo un’iniziale implementazione su immagini.
Nick Clegg, figura di spicco in Meta, ha annunciato che l’azienda introdurrà a breve l’obbligo per gli utenti di dichiarare l’utilizzo dell’intelligenza artificiale nella creazione di post video o audio incredibilmente realistici. La mancata adesione a questa politica comporterà “sanzioni che varieranno dagli avvertimenti alla rimozione” dei contenuti incriminati. Questa misura è volta a contrastare la potenziale diffusione di disinformazione, soprattutto in contesti delicati come le campagne elettorali.
Clegg ha inoltre minimizzato il rischio che i deepfake di natura politica possano influenzare l’opinione pubblica attraverso le piattaforme di Meta, soprattutto in anni elettorali. Egli sostiene che sarebbe “davvero improbabile” che contenuti AI di rilevante importanza politica sfuggano a una rapida identificazione e gestione. Tale ottimismo rispecchia la fiducia nell’efficacia dei sistemi di controllo attuali e futuri messi in atto dall’azienda.
In aggiunta, Meta sta sperimentando internamente l’uso di modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM) addestrati sui propri Community Standards. Questi modelli rappresentano un “meccanismo di triage” altamente efficiente e preciso per supportare il lavoro di moderazione svolto dalle decine di migliaia di revisori umani dell’azienda, con l’obiettivo di focalizzare l’attenzione sui casi più complessi.