Secondo la Commisione europea Meta violerebbe il Digital Markets Act (DMA) con il modello “pay or consent”. L’azienda è ora tenuta a proporre un’alternativa “equivalente” che non richieda il pagamento per l’utilizzo dei suoi servizi senza il tracciamento dei dati. Meta rischia una multa fino al 10% del suo fatturato globale annuo se ritenuta colpevole.
Dopo l’entrata in vigore del DMA nel mese di marzo, la commissione europea ha avviato delle indagini di non conformità sulle big tech Apple, Google e Meta. L’Unione Europea ha di recente condiviso le sue conclusioni preliminari secondo cui Apple ha violato il Digital Markets Act (DMA) ed ora è giunto il turno di Meta. L’UE ha annunciato che anche la società proprietaria dei social network Facebook e Instagram ha violato il DMA.
Le conclusioni preliminari della Commissione Europea su Meta si concentrano in particolare sul modello “pay or consent”, che offre agli utenti una scelta tra l’accesso gratuito alle sue app con la raccolta dei dati o un abbonamento per evitarla. La Commissione critica Meta per non fornire un’alternativa equivalente al servizio pubblicitario che utilizzi meno dati personali, e per non permettere agli utenti di esercitare liberamente il loro diritto riguardo alla combinazione dei dati personali.
La Commissione ha dunque chiesto a Meta di creare una “alternativa equivalente” che non richieda il pagamento di un canone. L’organismo di regolamentazione dell’UE ha tempo fino alla fine di marzo 2025, ovvero un anno dopo l’apertura dell’indagine, per prendere una decisione finale. Se Meta sarà ritenuta colpevole di aver violato la Digital Market Act, potrebbe dover pagare una multa pari al dieci per cento del suo fatturato globale annuo.
Dal canto suo Meta ritiene che l’abbonamento senza pubblicità rispetti il DMA e si dice disposta ad un dialogo costruttivo con la Commissione Europea per poter chiudere l’indagine.
