I dati di un sondaggio condotto dalla rivista Wired rivelano che Meta, una società precedentemente chiamata “Facebook Inc.”, ha guadagnato 30,3 milioni di dollari con account falsi su Facebook, un social network che sta nascendo oggetto di critiche e indagini da parte delle autorità statunitensi.
Secondo il documento, la fatturazione milionaria dell’azienda è avvenuta tra luglio 2018 e aprile 2022, periodo in cui avrebbe tratto profitto dall’affissione di annunci pubblicitari su account falsi.
Secondo le informazioni, l’importo ricevuto non viene restituito da Meta al pagatore quando un profilo viene rimosso dalla piattaforma per comportamenti non autentici coordinati (CIB), che consiste in account falsi o duplicati realizzati solo per aumentare il coinvolgimento su un determinato argomento.
Facebook riferisce che la maggior parte degli account ritenuti CIB proveniva dalla Russia, mentre i principali Paesi presi di mira per la diffusione di propaganda rivolta all’opinione pubblica sono Stati Uniti, Ucraina e Messico, con 22 milioni di dollari spesi da soli sette network successivamente banditi.
Sempre secondo il magazine, delle 134 campagne pubblicitarie realizzate da Meta, circa il 56% è rivolto a cittadini statunitensi, mentre il resto si è concentrato sull’estero e il 12% su entrambi.
Parallelamente all’indagine Wired, i dati raccolti dal Wall Street Journal mostrano che l’azienda di Mark Zuckerberg ha assorbito circa il 17% del denaro totale movimentato nel mercato pubblicitario nel 2021, percentuale che corrisponde a 114 miliardi di dollari solo con la visualizzazione di annunci pubblicitari.
In questo scenario, si stima che l’industria pubblicitaria abbia generato tra i 400 e i 700 miliardi di dollari, tuttavia, la mancanza di trasparenza non permette di scoprire le reali dimensioni di questo mercato.
Come avverte Claire Atkin, co-fondatrice dell’Independent Watchdog Check My Ads Institute, “[…] nessuno sa quanto sia grande l’industria [della pubblicità] e nessuno sa cosa succede al suo interno”.