Media Contactless, innovativa start-up svizzera, avvia la sua strategia di internazionalizzazione partendo dal mercato italiano con l’apertura della sua prima filiale a Milano. Media Contactless lavora su soluzioni hardware NFC (Near Field Communication) e software che collegano prodotti e spazi fisici ad esperienze digitali. Media Contactless ha sviluppato un innovativo sistema di pianificazione e gestione di campagne marketing – Phygital – per trasformare un prodotto in un vero media integrabile in strategie omnichannel.
Immaginate di avere prodotti distribuiti sul mercato e di poter facilmente programmare cosa essi devono comunicare in un dato arco temporale al semplice avvicinamento di uno smartphone. Ad esempio: “Nei prossimi 3 giorni i prodotti sul mercato italiano devono veicolare il nuovo video promozionale che dovrà poi condurre l’utente alla pagina e-commerce… da giovedì a domenica è programmato un video del designer che introduce la nuova collezione…”; questo è quanto potrebbe affermare al suo direttore un digital marketing manager che utilizza le soluzioni Media Contactless.
Media Contactless è un’intuitiva cabina di regia dalla quale creare palinsesti dinamici di contenuti che partono dal prodotto e finiscono online. Di fatto si apre una nuova dimensione di “servizio” che nasce dall’interazione con il prodotto. I brand da oggi sono chiamati a rivedere radicalmente il ruolo dei propri prodotti, e dei propri spazi, integrando componenti tecnologiche “contactless” capaci di generare nuovi “link” tra mondo fisico e mondo digitale.
MEDIACONTACLESS: IL PHYGITAL È GIÀ TRA “NOI”
Media Contactless, che ha già avviato importanti collaborazioni in Italia nel mondo della moda e dello sport, e crede fortemente in potenziali sviluppi in diversi settori del Made in Italy, dall’universo wine fino a ogni ambito del luxury.
Grazie alla sua specializzazione “phygital” (physical + digital world), Media Contactless si pone sul mercato come un nuovo importante partner per Agenzie e Società specializzate in MarTech e Programmatic.
“La nostra realtà nasce dall’unione di competenze in ambito di tecnologie di radio-frequenza, sviluppo software e marketing. Questo mix è un chiaro specchio del nostro posizionamento e della nostra visione: un prodotto può diventare un vero media programmabile nel tempo e nello spazio” dichiara Raimondo Gissara, co-founder di Media Contactless.
“Il QR code rappresenta solo l’inizio della digitalizzazione del mondo fisico, i chip NFC stanno aprendo la fase 2.0 delle esperienze che partono da un prodotto per concludersi online” afferma Roberto Simonelli, co-founder di Media Contactless e responsabile della parte hardware.
“Crediamo che la gestualità dell’avvicinare uno smartphone a degli oggetti, per poter interagire con essi, sia destinata a diventare la normalità… parliamo di un gesto contactless che oggi è associato ‘solo’ ai pagamenti, ma che domani sarà un’abitudine di interazione con quanto ci circonda…” aggiunge Guilherme Valentim, CTO e socio di Media Contactless.
I numeri sembrano dare ragione alla visione di Media Contactless: in diversi mercati internazionali la gestualità contactless collegata ai pagamenti sta letteralmente esplodendo.
“I sistemi iOS e Android hanno ormai la funzionalità NFC automaticamente accesa in qualsiasi dispositivo di nuova generazione e questo fatto rappresenta un booster per l’adozione della gestualità contactless nel quotidiano di ognuno di noi” prosegue Roberto Simonelli.
Studi della SDA Bocconi, in collaborazione con Salesforce e Jakala, aziende leader in CRM e MarTech solutions, sottolineano come il “contactless” sia una dimensione indispensabile per il futuro delle strategie marketing di qualsiasi brand.
“Bisogna sottolineare come il contactless sia basato sulla moltiplicazione di nuovi punti di contatto tra brand ed utenti. Tale visione è fortemente legata alla capacità di ogni brand di generare in futuro nuovi dati nel rispetto della privacy e rappresenta una nuova opportunità per dare concretezza al concetto di ‘branded’ garden” riporta Raimondo Gissara a cui abbiamo proposto alcune domande:
- Qual è la mission della vostra start up? La nostra start up ha come missione quella di collegare il mondo fisico con il mondo digitale creando dei nuovi touch point che possano essere utili ai marchi per rendere i propri prodotti e i propri spazi dei veri mezzi di comunicazione innovativa.
- Da dove nasce, quale servizio vuole offrire e dove vuole arrivare? L’idea nasce dall’incontro di una serie di competenze diverse tra l’hardware e la radiofrequenza, competenze software e competenze in ambito media e marketing. Abbiamo identificato un’opportunità che è quella di utilizzare una tecnologia oggi molto diffusa nei pagamenti, all’interno invece di prodotti e di spazi e inserendo sostanzialmente il contactless nel prodotto, si rende effettivamente il prodotto un potenziale media programmabile nello spazio e nel tempo. Noi siamo un team con un background internazionale, abbiamo una visione globale del nostro approccio, lavoriamo su soluzioni che devono essere facilmente utilizzabili da chiunque, facilmente integrabili nei sistemi attuali delle aziende e naturalmente basate sul multilinguismo come un aspetto prioritario per garantire un accesso in qualsiasi mercato. Sostanzialmente lavoriamo sull’integrazione di componenti hardware all’interno dei prodotti e la capacità, una volta che l’hardware è all’interno di un prodotto, che si tratti di una giacca, una felpa, un prodotto cosmetico o altro, la possibilità di programmare questo hardware da remoto, quindi dall’ufficio, senza avere la manutenzione o la complessità manipolativa dell’hardware. Quindi noi andiamo da una parte a integrare gli hardware ai prodotti, dall’altra andiamo a dare il software che programma i contenuti, in quale momento devono apparire, eventualmente anche con un concetto di geolocalizzazione delle campagne. Quindi per un brand risolviamo la problematica di avere dei prodotti sul mercato che rappresentano il brand ma che oggi di fatto non parlano. Domani possono parlare e possono dire quello che il brand vuole dire in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo, quindi il brand può differenziare i suoi messaggi a seconda di dove i prodotti sono distribuiti.
- In ogni servizio on-line c’è una raccolta dati utilizzati e venduti per fini di marketing. Questi dati da voi raccolti vengono poi girati a terze aziende per raffinare le tipologie del cliente? Lavoriamo con un concetto di privacy molto spinto, nel senso che l’insieme dei dati raccolti per un brand deve poter restare all’interno di quello che noi definiamo il branded garden del marchio stesso. Quindi lavoriamo con una nozione di raccolta dati che poi devono essere utili al brand. Quello che poi facciamo sono delle analisi nate dall’aggregazione di dati per analizzare dei trend di utilizzo, ma in nessun caso questa aggregazione conduce alla vendita di dati, siano essi singoli o aggregati. Non lavoriamo quindi con un concetto di rivendita del dato che riteniamo ormai obsoleto, laddove invece è molto più interessante andare a potenziare la capacità di un brand di utilizzare i propri dati e di integrarli anche con dati che arrivano da altre piattaforme e da altri sistemi come il CRM o come email marketing.