La NASA sta finanziando nuovi studi per far progredire l’esplorazione spaziale. L’agenzia sta infatti distribuendo borse di studio iniziali da 175.000 dollari a 14 progetti che potrebbero essere utili per le future missioni all’interno e all’esterno del sistema solare. Uno di questi è il TitanAir, un idrovolante di Quinn Morley della Planet Enterprises che potrebbe sia volare attraverso l’atmosfera di azoto e metano della luna di Saturno, Titano, sia navigare nei suoi oceani. TitanAir raccoglierebbe metano e materiale organico complesso per studiarlo, aspirandolo attraverso un bordo anteriore poroso.
Un altro progetto è quello di Artur Davoyan dell’UCLA, che potrebbe accelerare le missioni verso il margine esterno del sistema solare e persino verso lo spazio interstellare. Il suo progetto prevede di spingere le navicelle spaziali producendo un “fascio di pellet” di particelle microscopiche che viaggiano ad altissima velocità (oltre 74 miglia al secondo) utilizzando esplosioni laser. Il concetto potrebbe dunque ridurre drasticamente il tempo necessario per esplorare lo spazio profondo.
Mary Knapp del MIT ha proposto un osservatorio dello spazio profondo che utilizzerebbe uno sciame di migliaia di piccoli satelliti per rilevare le emissioni radio a bassa frequenza dell’universo primordiale, per non parlare dei campi magnetici di esopianeti simili alla Terra. Peter Curreri di Lunar Resources ha invece ideato condotte che potrebbero trasportare l’ossigeno tra le basi lunari.
Si tratta di progetti ambiziosi, anche visionari, che non hanno alcuna garanzia di realizzazione di test nel mondo reale, né tantomeno di missioni in un tempo futuro. Tuttavia, danno un’idea del pensiero della NASA. L’amministrazione sta finanziando i progetti ora nella speranza che almeno uno di essi alla fine dia i suoi frutti. In caso di successo anche parziale, la NASA potrebbe fare scoperte che oggi giorno non sono possibili con la tecnologia che abbiamo a disposizione.