Le limitazioni imposte dagli USA riguardo le spedizioni di semiconduttori verso la Cina non hanno fermato lo sviluppo dell’intelligenza artificiale nel paese.
Le restrizioni applicate dagli Stati Uniti alla fine del 2022, che si sono progressivamente inasprite, non stanno interferendo con lo sviluppo dell’industria cinese. Come è noto, grandi aziende come AMD e NVIDIA hanno ricevuto indicazioni riguardo l’interruzione dell’invio di chip avanzati ai produttori cinesi. L’intenzione degli USA era quella di frenare l’avanzata della Cina nella produzione di armi e nello sviluppo dell’intelligenza artificiale. Per aggirare la situazione, NVIDIA ha introdotto chip “più deboli” sviluppati esclusivamente per il mercato cinese che soddisfano le restrizioni degli Stati Uniti.
Secondo gli analisti di mercato, questo rappresenta un altro motivo per la Cina di continuare a espandersi e a cercare di diventare autosufficiente nel mercato dei semiconduttori. Le aziende cinesi hanno anche iniziato a sviluppare chip in grado di competere con le soluzioni di NVIDIA e AMD, cosa che potrebbe avere conseguenze per entrambe nel lungo periodo.
Secondo quanto riportato, lo scopo per gli Stati Uniti era quello di tracciare una linea di demarcazione ma senza effettuare una mossa dirompente che spingesse la Cina a rendersi del tutto indipendente dalle aziende produttrici americane, il che rappresenterebbe un danno economico, e a sviluppare una propria industria nel settore. La Cina resta infatti un mercato molto importante per le aziende tecnologiche statunitensi e NVIDIA stessa lo afferma in una sua dichiarazione ufficiale.
I chip personalizzati di NVIDIA offrono alle aziende cinesi una bassa capacità di calcolare numeri precisi e velocità di trasferimento inferiori. Tuttavia, un esperto di IA ha dichiarato, a condizione di anonimato, che questo problema è facilmente aggirabile “Ci sono modi per aggirare il problema utilizzando algoritmi migliori. Non credo che questo sia un limite per molto tempo”.
Secondo l’analista, le sanzioni potrebbero costringere i cinesi a sviluppare un codice ancora più efficiente da eseguire su un hardware limitato. Insomma, per il momento le sanzioni imposte dagli Stati Uniti non stanno ottenendo i risultati sperati e la Cina sta continuando nel suo percorso sia per quanto riguarda l’intelligenza artificiale sia per lo sviluppo dell’industria tecnologica in generale.