Non sono tempi facili per le grandi aziende tecnologiche. In alcuni settori, dopo un boom delle vendite dovuto alla pandemia e a tutto ciò che ha comportato fra smart working, lavoro ibrido e DAD, c’è stata una naturale flessione, vediamo la vendita di tablet e laptop, a cui si sono aggiunte la crisi economico-politica a livello globale e l’inflazione. Anche un’azienda come Intel ha avvertito ciò. La società si aspettava da tempo un calo delle vendite di PC e a luglio aveva ammesso che avrebbe aumentato i prezzi dei suoi processori e di altri chip a causa di “pressioni inflazionistiche”. A quanto pare, questo potrebbe non essere l’unico provvedimento preso dall’azienda per contrastare il declino del mercato dei PC. Secondo Bloomberg, Intel sta progettando di tagliare migliaia di posti di lavoro e potrebbe fare l’annuncio in concomitanza con la pubblicazione del rapporto sugli utili del terzo trimestre, il prossimo 27 ottobre.
L’azienda ha tagliato le sue previsioni di vendita e di profitto per il 2022 già a luglio, quando ha dichiarato di aspettarsi un fatturato di 11 miliardi di dollari in meno rispetto a quanto previsto in precedenza. L’amministratore delegato Pat Gelsinger aveva dichiarato che l’azienda avrebbe intrapreso ulteriori azioni per migliorare i profitti. L’analista di Bloomberg Intelligence Mandeep Singh ha affermato che i licenziamenti potrebbero ridurre i costi sostenuti da Intel per mantenere l’azienda del 10-15%. Singh ha anche affermato che tali costi potrebbero valere almeno 25-30 miliardi di dollari.
Mobileye, l’azienda di tecnologia per la guida autonoma che Intel aveva acquistato per 15,3 miliardi di dollari nel 2017, ha recentemente presentato un’offerta pubblica iniziale. Intel intende tenere per sé la maggior parte dei guadagni derivanti dall’IPO e contribuire a finanziare le fabbriche di chip che intende costruire. Ma i guadagni previsti dall’offerta potrebbero non essere sufficienti a evitare i licenziamenti di massa, che interesseranno varie divisioni dell’azienda. Secondo quanto riferito, alcuni gruppi, come il reparto vendite e marketing, vedranno il loro numero ridotto fino al 20%.
Nel corso dell’ultimo anno Intel ha stanziato 20 miliardi di dollari per costruire un enorme impianto di produzione di chip in Ohio, che intende trasformare nel più grande “sito di produzione di silicio del pianeta“. L’azienda ha anche acquistato Tower Semiconductor, un produttore di chip che si rivolge a clienti di tutti i settori, per 5,4 miliardi di dollari. Non sembra che questi piani di espansione stiano cambiando e secondo Bloomberg Intel intende perseguire gli obiettivi che si è prefissata come azienda più “snella”.