Nel 2023 la cybersecurity sarà più che mai un problema importante per i professionisti e le aziende. Si prevede che gli attacchi di data breach aumenteranno e diventeranno ancora più ambiziosi.
Il 2022 è stato un anno di hacking e violazioni di dati, il 2023 non dovrebbe essere molto diverso e si prevede che la situazione peggiorerà ulteriormente. Secondo Acronis, azienda specializzata in cybersicurezza, il numero di violazioni di dati è destinato ad aumentare in modo significativo il prossimo anno.
Una delle principali fonti di minaccia rimane il phishing attraverso le email malevole, una pratica già molto in voga e che nel 2022 è aumentata di un ulteriore 60%. Anche i social network stanno diventando sempre più pericolosi e ora rappresentano circa il 3% di tutti gli attacchi alle nostre informazioni personali.
5 milioni di euro in media: una violazione di dati può essere molto costosa
Anche la natura dei dati rubati sta cambiando. Gli hacker prendono sempre più di mira password e altre credenziali, che possono essere utilizzate per rubare account e aprire le porte al furto di altri tipi di dati.
“Gli ultimi mesi sono stati più complessi che mai, con l’emergere di nuove minacce in continuazione”, ha dichiarato Candid Wüest, vicepresidente della ricerca di Acronis. Oltre ai privati, anche la pubblica amministrazione e l’industria sono sempre più nel mirino degli hacker, che non esitano più ad attaccare le grandi istituzioni.
“Le organizzazioni devono dare priorità a soluzioni complete quando cercano di combattere il phishing e altri tentativi di hacking. Gli aggressori evolvono costantemente i loro metodi e ora sfruttano strumenti di sicurezza comuni contro di noi. È il caso dell’autenticazione a più fattori, su cui molte aziende fanno affidamento per proteggere se stesse e i propri dipendenti”, aggiunge l’esperto.
Il costo medio di una violazione dei dati dovrebbe raggiungere i 5 milioni di dollari, avverte il rapporto. Le aziende di Stati Uniti, Germania, Brasile e Corea del Sud sono state particolarmente colpite. I settori dell’edilizia, del commercio al dettaglio, dell’immobiliare, dei servizi professionali e finanziari sono particolarmente sensibili a questo fenomeno.