Circa un anno fa, da quando Google ha dichiarato che la performance dei siti sarebbe diventata un fattore di ranking, le priorità degli sviluppatori e delle agenzie di digital marketing sono cambiate.
Con il termine “Page Experience” Google riassume numerosi fattori che rendono misurabile l’usabilità di un sito: insieme all’uso di HTTPs, l’ottimizzazione per i dispositivi mobile e l’abbandono degli Interstitial, i Core Web Vitals hanno un posto di particolare rilievo.
Grazie ad essi Google può infatti misurare la performance di un sito tramite 3 metriche differenti: il tempo di caricamento (Largest Contentful Paint, LCP), la velocità di reazione (First Input Delay, FID) e la stabilità visuale della pagina (Cumulative Layout Shift, CLS).
Solo uno dei tanti aggiornamenti di questa estate
Non era mai successo che ci fossero così tanti aggiornamenti di Google (talvolta anche paralleli) in un così breve lasso di tempo come questa estate. Questo rende naturalmente ancora più difficile delineare chiaramente le cause e gli effetti di ciascuno di essi: le modifiche ad un sito sono derivate dal Page Experience Update, dal Core Update o dal Link Spam Update?
Proprio per questo motivo abbiamo basato il nostro studio su una Baseline specifica: abbiamo infatti considerato solo i domini il cui Indice di Visibilità fosse di almeno 0,1 punti all’inizio del Page Experience Update e di cui possediamo i dati dei Core Web Vitals. La loro somma è stata poi indicizzata al valore di 100, che è quindi diventato il punto di partenza per l’analisi.
A quel punto abbiamo aggiornato il valore (e quindi l’eventuale cambiamento) della visibilità di tutti questi domini ogni giorno, riportandolo graficamente.
Come vediamo dall’immagine, la visibilità totale dei domini che abbiamo valutato nel periodo dell’aggiornamento è generalmente cresciuta. In media i domini hanno avuto un aumento dell’Indice di Visibilità del 2,7%, rispetto all’inizio dell’Update.
Questo fenomeno deriva dal fatto che alcuni grandi domini hanno perso visibilità in proporzione eccessiva nel periodo dell’aggiornamento: questa visibilità è stata quindi guadagnata da siti più piccoli, per cui la maggior parte dei domini è stata generalmente avvantaggiata.
Un successo superiore alla media: i domini con buoni Core Web Vitals
Ora che abbiamo stabilito un confronto per lo sviluppo generale dei domini analizzati durante questo periodo di tempo, passiamo ora ad un confronto.
La seconda linea (in verde) aggiunta al grafico sottostante mostra lo sviluppo medio dei domini che soddisfano tutti e tre i valori dei Core Web Vitals suggeriti da Google.
Anche se la differenza non risulta estremamente drammatica, possiamo vedere come i domini che soddisfano i valori dei Core Web Vitals si stiano posizionano generalmente meglio rispetto al totale.
Se il percorso delle due linee risultava quasi identico nelle prime settimane dell’Update, ora se ne riconoscono invece le differenze.
Detto in numeri, questo significa che, se tutti i domini al termine dell’Update hanno guadagnato il 2,7% di visibilità, quelli che possiedono una buona performance nei Core Web Vitals (soddisfando i criteri indicati da Google) hanno guadagnato un 3,7%. Questo aumento comporta una differenza di circa il 37%.
I domini con Core Web Vitals scarsi perdono visibilità
Passiamo ora alla prova del nove: sapendo che i domini con buoni Core Web Vitals guadagnano visibilità, allora quelli che invece non raggiungono i valori suggeriti dovranno averla persa.
Nel diagramma seguente troverai una terza linea (in rosso), la quale indica l’Indice di Visibilità di tutti quei domini che non soddisfano uno, due o tutti i valori dei Core Web Vitals indicati da Google.
Vediamo che la differenza in questo caso è molto più pronunciata: i domini che non soddisfano uno, due o tutti e tre i Core Web Vitals si posizionano molto peggio rispetto alla totalità, al termine dell’Update.
La perdita di visibilità su Google di questi domini è di circa il 2,7%, rispetto al totale. La percentuale si alza al 3,7% se la si confronta con il valore dei domini con performance positiva.
Questa ridistribuzione della visibilità da alcuni grandi domini a molti piccoli domini (senza alcun riferimento a questo aggiornamento) comporta una coincidenza interessante: anche i domini che non soddisfano (completamente) i valori dei Core Web Vitals indicati da Google non hanno perso visibilità tra l’inizio e la fine dell’aggiornamento. L’Indice di Visibilità indicizzato per lo studio termina infatti esattamente a 100, proprio come in fase di partenza.
A questo punto è necessario ricordare che la correlazione non implica la causalità: è possibile (teoreticamente) che questi cambiamenti derivino anche da altri fattori.
Ad esempio, i siti con Core Web Vitals migliori potrebbero possedere anche contenuti di qualità maggiore rispetto agli altri. Non possiamo quindi dichiarare con certezza che questi cambiamenti derivino dal Page Experience Update, ma certamente la tempistica e l’annuncio di Google suggeriscono fortemente questa ipotesi.
Considerazione finale
Dopo due mesi e mezzo di Rollout e una partenza piuttosto lenta, è ora chiaro che il Page Experience Update sotto forma dei Core Web Vitals ha avuto un influsso misurabile sui ranking di Google. I Core Web Vitals sono quindi da considerarsi un fattore di ranking rilevante per l’ottimizzazione dei motori di ricerca.
Che i 3,7 punti percentuali di differenza tra i siti lenti e i siti veloci siano un valore sufficiente per investire tempo, denaro e risorse in questo fattore di ranking, non può che dipendere dai singoli casi.
Secondo la nostra personale opinione ne vale sicuramente la pena almeno per i siti di carattere commerciale. Senza contare che i domini veloci non migliorano solo i ranking su Google, ma anche l’esperienza dell’utente in generale.