Gina Raimondo, capo del Dipartimento del Commercio, richiede l’intensificazione degli sforzi statunitensi nel controllo delle esportazioni tecnologiche verso la Cina, in seguito alle recenti rivelazioni sui successi di Huawei.
Negli ultimi anni, la corsa globale alla supremazia tecnologica è diventata una delle aree più contestate della politica internazionale. In un recente sviluppo, Gina Raimondo, a capo del Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti, ha espresso le sue profonde preoccupazioni riguardo ai recenti progressi di Huawei, nella produzione di chip. Durante una recente audizione davanti alla Commissione Commercio del Senato, Raimondo ha definito “inquietanti” tali progressi e ha sottolineato la necessità per gli Stati Uniti di rafforzare il proprio controllo sulle esportazioni di tecnologie avanzate verso la Cina.
L’aspetto chiave della discussione è stato la crescente preoccupazione sul fatto che, sebbene gli Stati Uniti abbiano tentato di limitare l’ascesa tecnologica della Cina attraverso varie sanzioni, Huawei sembra aver trovato vie per aggirare tali restrizioni. Questo ha sollevato ulteriori dubbi sulla capacità degli Stati Uniti di mantenere la loro posizione dominante nel panorama tecnologico globale.
Una delle soluzioni proposte da Raimondo è l’intensificazione degli sforzi statunitensi nel controllo delle esportazioni tecnologiche, con un focus particolare sulla vendita di prodotti e tecnologie di origine statunitense. Ha affermato: “Abbiamo bisogno di strumenti diversi, di risorse aggiuntive e di intensificare l’applicazione”, sottolineando la necessità di un approccio più duro.
Infatti, la leader ha presentato una proposta legislativa al Senato con l’intento di espandere ulteriormente l’autorità del suo dipartimento in materia di esportazioni. Il documento riflette una visione chiara di un maggiore coinvolgimento e controllo da parte del governo federale sulle vendite di tecnologia all’estero, in particolare verso nazioni percepite come concorrenti o minacce.
Evidenziando la serietà con cui il governo statunitense sta affrontando queste questioni, Raimondo ha citato un recente caso: Seagate, una famosa azienda tecnologica, è stata multata per 300 milioni di dollari per aver venduto a Huawei chip di memoria per un valore di 1,1 miliardi di dollari, violando così le sanzioni imposte.
Tuttavia, mentre le misure proposte rappresentano passi significativi verso una maggiore regolamentazione, il testo che conferirebbe un’autorità ampliata al Dipartimento del Commercio non ha ancora ricevuto l’approvazione del Senato. I legislatori sono molto preoccupati, in particolare alla luce delle notizie sulla produzione da parte di aziende come Huawei e SMIC dei sofisticati chip Kirin 9000s per il Mate 60.