Nonostante sia inserita nella lista nera degli Stati Uniti, Huawei ha finanziato segretamente la ricerca in università americane come Harvard, tramite una fondazione di ricerca e un concorso per scienziati. Questo ha sollevato preoccupazioni sulla possibilità che le innovazioni derivanti da questa ricerca possano avvantaggiare la Cina a scapito della sicurezza nazionale americana.
Huawei, il gigante tecnologico cinese, nonostante sia stato inserito nella lista nera dagli Stati Uniti, ha finanziato segretamente ricerche nelle università americane, tra cui Harvard. La rivelazione di Bloomberg ha messo in luce che il finanziamento avveniva tramite una fondazione indipendente con sede a Washington, denominata Optica, che organizza anche un concorso per scienziati. La fondazione ha canalizzato il denaro senza rivelare la fonte effettiva dei fondi, ossia Huawei.
La scoperta ha suscitato preoccupazioni tra gli esperti di sicurezza nazionale e legale, come Kevin Wolf, che teme che tali innovazioni possano fornire vantaggi strategici alla Cina sia in ambito commerciale che nella difesa. La ricerca supportata da Huawei riguardava principalmente sensori e rilevatori ottici ad alta sensibilità, un campo di grande interesse per la tecnologia e la sicurezza.
James Mulvenon, un esperto di sicurezza nazionale e co-autore di libri su spionaggio industriale, ha espresso preoccupazione per il fatto che una fondazione di ricerca rispettabile accetti fondi in modo anonimo da un’azienda che presenta gravi problemi di sicurezza per il governo degli Stati Uniti. Una pratica, sebbene non illegale, che solleva questioni etiche importanti, dato che il denaro per il concorso, che ammonta a un milione di dollari all’anno, proviene da una fonte che potrebbe avere un’agenda nascosta.
Gli organizzatori del concorso, inclusa la CEO di Optica, Liz Rogan, hanno difeso la decisione di mantenere anonimi i finanziatori, sostenendo che molti donatori preferiscono non rivelare la loro identità. Questa scelta ha sollevato però interrogativi sulla trasparenza e l’integrità delle attività finanziarie e accademiche supportate dalla fondazione. Inoltre, la maggior parte dei partecipanti al concorso non era a conoscenza del coinvolgimento di Huawei, credendo che i fondi provenissero direttamente da Optica.
Questo scenario si inserisce in un contesto più ampio di tensioni tra gli Stati Uniti e la Cina riguardo alla tecnologia e alla sicurezza. Dal 2019, quando l’ex presidente Trump ha imposto restrizioni severe a Huawei, l’azienda ha affrontato grandi sfide nel mercato americano. Le accuse di installazione di backdoor nelle reti per rubare dati, sebbene non provate, hanno portato a un’ulteriore degradazione delle relazioni commerciali.
L’amministrazione Biden ha mantenuto e rafforzato queste restrizioni, vietando a Huawei di ottenere licenze FCC e bloccando gli investimenti americani in industrie tecnologiche cinesi di alto livello. Tali politiche indicano che Huawei, nonostante le difficoltà, cerca ancora di mantenere una presenza nel panorama della ricerca e dell’innovazione globale, anche se attraverso canali meno diretti e trasparenti.