Eric Xu, presidente di turno di Huawei, ha dichiarato venerdì 30 dicembre che l’azienda sta finalmente superando le difficoltà incontrate dopo i divieti imposti dagli Stati Uniti e dal Canada. Parlando di vendite e profitti, il dirigente ritiene che le sanzioni imposte dall’Occidente non siano più un problema per le attività dell’azienda.

Il presidente non ha fatto commenti sulla redditività dell’azienda, ma si prevede che i risultati finanziari dell’ultimo anno fiscale saranno resi noti nel primo trimestre del 2023. Secondo quanto dichiarato in una nota pubblica, l’embargo statunitense è diventato la “nuova normalità” per Huawei, per cui le restrizioni rendono difficile ma non impossibile la sua attività.

Le dichiarazioni arrivano dopo un periodo turbolento per Huawei. Nel mercato globale della telefonia mobile, il produttore ha visto sfumare la propria quota di mercato tra il 2019 e il 2021; nei semiconduttori, si è registrata una stagnazione nello sviluppo dei processori HiSilicon. I problemi sono stati causati principalmente dai divieti degli Stati Uniti.

Va ricordato che anche a HiSilicon è stato impedito di fare affari con TSMC a causa delle sanzioni economiche imposte dagli Stati Uniti. L’ultimo lotto consentito ha avuto un volume inferiore alle aspettative, causando a Huawei problemi nel mantenere le scorte di telefoni top di gamma presentati nel 2020.

Gli smartphone Huawei non hanno più accesso ai servizi di Google a causa della natura statunitense di Android. Di conseguenza, il produttore asiatico ha sviluppato un sistema operativo completamente nuovo – anche se attualmente ottimizzato solo per il mercato cinese – chiamato HarmonyOS, che è in esecuzione su oltre 300 milioni di dispositivi.

D’altra parte, nell’ultimo anno, l’azienda cinese ha iniziato a registrare buoni risultati di vendita nonostante sia nell’elenco delle società nel mirino delle autorità del Paese nordamericano.

La sua ripresa può essere attribuita al fatto di aver “schivato” gli embarghi nella concessione di licenze per i progetti di smartphone – un esempio è il WIKO 5G, lanciato dal brand francese come versione rinominata del Huawei Nova 9 SE ma 5G – e a soluzioni creative che mantengono gli utenti connessi al 5G, anche se i telefoni cellulari hanno chip che non supportano la rete.

Un altro fattore che ha contribuito alla resistenza di Huawei è il suo ampio portafoglio di proprietà intellettuale. Solo nel 2021, l’azienda ha depositato 3.544 brevetti, posizionandosi al di sopra di molti altri giganti della tecnologia come Samsung e LG. Gran parte dei titoli riguardano le tecnologie per la telefonia mobile, l’hardware e le telecomunicazioni.

Per il 2023, Huawei dovrebbe presentare il Huawei P60 come nuovo smartphone top di gamma, in grado di competere con altri modelli rinomati sul mercato cinese, come l’OPPO Find X6.

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