Dopo l’esperienza del Tensor, basato sull’Exynos di Samsung, Google punta su un chip completamente personalizzato, il Tensor, prodotto da TSMC. Questa novità potrebbe rappresentare un significativo passo avanti per le funzionalità legate all’intelligenza artificiale e all’apprendimento automatico dei dispositivi Pixel.
Google Tensor, lanciato nel 2021 con il Pixel 6, ha rappresentato il primo tentativo di Google di sviluppare un chipset per i suoi smartphone. Il chip prometteva di apportare maggiore intelligenza artificiale e apprendimento automatico nelle funzioni del dispositivo, come la fotografia computazionale e il riconoscimento vocale.
Tuttavia, l’esperienza Tensor non si è rivelata completamente soddisfacente. Infatti, non si trattava di un chip completamente personalizzato da Google, ma di una versione modificata dell’Exynos di Samsung. Questo elemento ha portato a problemi di prestazioni, surriscaldamento e durata della batteria.
Ma le carte in tavola sono destinate a cambiare a partire dal 2025. Google, infatti, prevede di rilasciare il suo primo chip completamente personalizzato per il Pixel 10, realizzato da TSMC.
Google aveva originariamente previsto di lanciare questo chip nel 2024, tuttavia, a causa di ritardi nella produzione e riduzioni delle funzionalità, il lancio è stato posticipato al 2025. La scelta di TSMC come produttore del chip è un segnale incoraggiante. Questa azienda, infatti, è responsabile della produzione dei chip Snapdragon di Qualcomm e dei chip di Apple per iPhone, iPad e MacBook.
La transizione a un chip completamente personalizzato permetterà a Google di offrire un’esperienza più ottimizzata e differenziata agli utenti dei Pixel. Questi potranno così sfruttare in modo più efficace le funzioni legate all’intelligenza artificiale e all’apprendimento automatico del loro smartphone.
Nonostante sia ancora presto per fare ipotesi dettagliate sulle specifiche tecniche del chip, alcune indiscrezioni sulla prossima generazione iniziano a fare capolino. Pare che il Tensor G3, così dovrebbe chiamarsi il nuovo chip, non si distingua particolarmente per potenza. I test sulle prestazioni trapelati il mese scorso indicano, infatti, che il telefono ha ottenuto 1.186 punti in single-core, utilizzando un solo core della CPU, e 3.809 in multicore.
Nonostante queste prime indicazioni possano sembrare poco impressionanti, è importante sottolineare che la performance di un chip non può essere valutata solo sulla base dei punteggi di benchmark. Spesso, infatti, l’ottimizzazione del software può fare la differenza, consentendo un utilizzo del dispositivo fluido e soddisfacente. Sarà interessante, dunque, osservare come Google sfrutterà le potenzialità del suo primo chip completamente personalizzato per migliorare l’esperienza degli utenti dei Pixel.