Google potrebbe trovarsi nuovamente in una posizione scomoda a causa del servizio comparativo Google Shopping, dato che i concorrenti europei dell’azienda non sono ancora soddisfatti del modo in cui il gigante della ricerca mostra i risultati, affermando che il suo modello di asta porta solo prezzi più alti per i consumatori. Le aziende si sono unite e hanno chiesto alle autorità antitrust dell’UE di esaminare nuovamente l’argomento, grazie alla nuova normativa europea in vigore.
Le aziende in questione sono per lo più siti web di confronto prezzi di diversi Paesi dell’UE, come Idealo in Germania, Kelkoo nel Regno Unito, LeGuide in Francia e PriceRunner in Svezia, per un totale di 43 aziende. L’accusa è che Google abbia violato il nuovo Digital Markets Act (DMA), attuato per limitare il controllo che le Big Tech hanno su tutti gli aspetti della vita digitale. Le nuove norme offrono un ampio margine di manovra legale per migliorare la situazione.
Reuters cita una lettera inviata dalle aziende in cui spiegano che devono competere tra loro e con Google per apparire nel carosello di Google Shopping in cima alle pagine dei risultati di ricerca. I siti di shopping sostengono che le loro risorse sono meglio spese per fornire i prezzi migliori ai consumatori. Allo stesso tempo, Google otterrebbe una parte dei profitti sia dai commercianti sia dagli altri siti di comparazione dei prezzi.
Questo appello potrebbe essere solo il primo di una serie di attacchi a Google e ad altri grandi operatori nell’ambito del nuovo regolamento DMA.
Google è stato spesso il bersaglio delle autorità antitrust europee, anche prima della ratifica del DMA. L’UE è riuscita in precedenza a modificare il funzionamento degli accordi di licenza di Google per Android nel mercato europeo. Difatti Google non può obbligare i produttori a vendere solo telefoni e dispositivi con Google Play Services, consentendo ad aziende come Fairphone di distribuire prodotti sia con che senza le applicazioni di Google.