L’Autorità francese per la concorrenza ha multato Google per non aver rispettato la direttiva europea sul diritto d’autore. L’azienda non ha pagato adeguatamente gli editori per l’utilizzo di estratti di articoli e immagini.
Nel 2019, l’Europa ha introdotto una direttiva sul diritto d’autore che ha segnato l’inizio di una nuova era per i diritti connessi, conferendo alle aziende mediatiche il diritto di essere remunerate dagli aggregatori di contenuti come Google, Apple e Facebook. L’intento di questa direttiva era quello di assicurare un compenso equo per l’utilizzo di estratti di articoli online. Tuttavia, Google ha esplorato modi per aderire alla legge evitando allo stesso tempo pagamenti diretti, una strategia che ha scatenato ampi dibattiti e controversie.
Tale contrasto ha portato a un compromesso in cui Google si è impegnata a cessare tali pratiche entro il 2022. Nonostante questo, secondo l’Autorità francese per la concorrenza, gli impegni presi non sono stati completamente onorati, culminando in una sanzione di 250 milioni di euro nei confronti del gigante tecnologico americano. L’autorità ha giudicato insoddisfacente l’ammontare dei compensi versati da Google ai media, in rapporto ai benefici indiretti ottenuti dall’inclusione dei loro contenuti nel motore di ricerca.
Oltre a critiche per non aver versato compensi adeguati, Google è stata accusata di ritardi nella comunicazione dei criteri usati per calcolare tali compensi e di non includere nei contratti con gli editori una clausola per l’aggiornamento periodico delle tariffe. L’intelligenza artificiale di Google, in particolare Bard (ora Gemini), è stata messa sotto accusa per mancanza di trasparenza nell’uso dei contenuti editoriali, violando gli impegni di chiarezza presi in precedenza.
Per Google non è la prima volta che si trova nel mirino dell’Autorità francese per la concorrenza. L’ente ha precedentemente inflitto a Google una multa di 500 milioni di euro nel 2021, relativa alla gestione delle negoziazioni con gli editori di stampa. L’azienda ha la facoltà di appellarsi contro questa ultima decisione. Sebbene l’importo della sanzione sia rilevante, resta comunque inferiore ad altre potenziali penalità affrontate da Google, come quella da 7 miliardi di dollari per violazione di brevetti sull’intelligenza artificiale.