Formata da AmazonGoogleMetaTikTokTwitter e altri giganti tecnologici, l’organizzazione NetChoice ha intentato una causa mercoledì scorso 14 dicembre nel tentativo di porre il veto a una nuova legge sulla sicurezza dei minori online nello stato della California, negli Stati Uniti.

Il California Age-appropriate Design Code Act, come viene chiamata la legge che è diventata l’obiettivo della grande tecnologia, cerca di rendere Internet più sicuro per bambini e adolescenti negli Stati Uniti. Il testo richiede che le piattaforme abbiano le impostazioni sulla privacy più severe abilitate per impostazione predefinita per gli utenti sotto i 18 anni.

Sempre secondo la legge, è necessario che tutti i servizi rivolti al pubblico di età inferiore ai 18 anni siano predisposti per evitare che gli utenti siano esposti ad illeciti, violenze e sfruttamento, ad esempio.

NetChoice afferma che le nuove regole di sicurezza online della California, che dovrebbero entrare in vigore nel luglio 2024, danneggerebbero gli utenti minorenni piuttosto che proteggerli. Secondo l’associazione, i legislatori non hanno chiarito il tipo di moderazione richiesta per soddisfare i nuovi standard dello stato americano.

“Ignorando il Primo Emendamento e costringendo i siti web a tracciare e archiviare informazioni su bambini e adulti, la California rischia di chiudere Internet e mettere a rischio la sicurezza digitale di tutti gli americani, e in particolare dei bambini” afferma NetChoice.

Il gruppo di giganti della tecnologia afferma che “lo stato ha il potere di imporre sanzioni finanziarie schiaccianti” se non soddisfano i requisiti di moderazione dei contenuti del procuratore generale della California.

Sempre secondo la dichiarazione ufficiale di NetChoice, le leggi provocherebbero “una pressione schiacciante per moderare troppo i contenuti per evitare le sanzioni della legge per i contenuti che lo stato ritiene dannosi”.

Aggiunge che questa eccessiva moderazione “soffocherà risorse importanti per i giovani vulnerabili che dipendono da Internet per informazioni salvavita”.

Un portavoce del procuratore generale della California ha risposto alle accuse del gruppo tecnologico in un’e-mail alla CNBC. Secondo il rappresentante, la legge “fornisce nuove protezioni fondamentali per quanto riguarda la raccolta e l’uso dei dati” da parte degli utenti, oltre a “affrontare i danni effettivi e dimostrati associati ai social media e ad altri servizi online”.

Sebbene si tratti di una nuova causa intentata dalle Big Tech, non è la prima volta che grandi aziende del settore si uniscono per promuovere cambiamenti nella legislazione dei loro Paesi. Nel 2021, Google si è unita ad Apple in una lobby volta a resistere alle leggi antitrust che indicavano le aziende come un duopolio con i rispettivi app store.

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