Una testimonianza nel processo antitrust rivela che Google ha cambiato migliaia di volte al giorno i risultati delle ricerche per favorire prodotti specifici.
In quello che potrebbe essere un enorme colpo per l’immagine di Google, una nuova rivelazione suggerisce che l’azienda potrebbe aver deliberatamente alterato i risultati delle ricerche degli utenti per indurli all’acquisto di determinati prodotti. Questo sviluppo emerge dal processo antitrust attualmente in corso negli Stati Uniti contro il gigante della tecnologia.
Wired ha svelato informazioni su un cosiddetto “Project Mercury” di Google. Nonostante la natura altamente confidenziale di questo progetto, la testimonianza di un dipendente di Google in tribunale ha indicato che l’iniziativa avrebbe l’obiettivo di incrementare le entrate pubblicitarie manipolando il motore di ricerca. E questo non è un evento raro o isolato; la modifica, secondo il dipendente, avviene migliaia di volte al giorno.
Un esempio concreto citato nella testimonianza coinvolge una ricerca apparentemente innocua, come “abbigliamento per bambini”. Invece di fornire risultati generici o basati sulla popolarità, il motore di ricerca di Google converte automaticamente la query in qualcosa del tipo “abbigliamento per bambini del marchio X”. L’elemento più allarmante di questa pratica è l’assoluta mancanza di trasparenza. L’utente, ignaro, non ha idea che la sua ricerca sia stata alterata.
Questa tattica non solo aumenta le probabilità che un utente acquisti un prodotto particolare, ma rappresenta anche una fonte di entrate per Google. Molti inserzionisti pagano il gigante della ricerca per ogni clic su un link che porta al loro sito. Quindi, anche se un utente fa clic su diversi link prima di fare un acquisto, Google ottiene comunque un profitto da ogni clic.
Ciò che rende questa pratica particolarmente insidiosa è la sua somiglianza con una truffa chiamata “bait-and-switch”. Tuttavia, Google ha portato questo concetto a un nuovo livello, manipolando prima la ricerca e poi presentando i risultati come se fossero i migliori disponibili.
Con queste rivelazioni, Google si trova ora sotto i riflettori e molti si chiedono quale sarà il suo prossimo passo. È importante sottolineare che queste informazioni emergono in un momento in cui sono già stati fatti altri dettagli choc sulle pratiche commerciali dell’azienda, come le trattative tra Microsoft e Apple riguardo alla vendita di Bing o la considerazione di DuckDuckGo come possibile motore di ricerca per l’iPhone.
Mentre il mondo attende una risposta ufficiale da parte di Google, queste rivelazioni sollevano serie domande sulla trasparenza, l’integrità e le pratiche commerciali delle grandi aziende tecnologiche.