Una nuova funzione di Google Lens è stata sviluppata appositamente per decodificare le note scarabocchiate frettolosamente dai medici sulle ricette.
Google Lens sta diventando sempre più avanzato. Ad agosto lo strumento è stato integrato con la Ricerca inversa di immagini di Google e oggi il gigante della ricerca ha annunciato che presto sarà in grado di decifrare anche la cattiva calligrafia dei medici nelle loro ricette illeggibili ad un comune paziente.
Si tratta di un’ottima notizia per coloro che faticano a comprendere le prescrizioni mediche, poiché spesso i medici lasciano sui documenti un testo indecifrabile che può essere letto solo dai farmacisti che alcune volte faticano anche a decifrare.
La nuova funzione di Google Lens è stata annunciata durante una conferenza tenutasi in India. In quell’occasione Google ha annunciato la collaborazione con i farmacisti per decifrare le lettere dei medici anche quando sembrano illeggibili.
Quando la tecnologia sarà pronta, basterà aprire Google Lens e scattare una foto della prescrizione o aprire un’immagine attraverso l’app Google Foto. Dopo l’elaborazione, Lens identificherà ed evidenzierà i farmaci da prescrizione presenti nell’immagine della ricetta medica.
Questa tecnologia fungerà da ausilio per la scansione di documenti medici scritti a mano, aumentando la partecipazione umana al processo, in quanto i farmacisti, tuttavia, non prenderanno decisioni esclusivamente sulla base dell’output fornito da questa tecnologia.
Google ha inoltre precisato che la funzione dovrebbe essere rilasciata ai tester nei prossimi mesi. La nuova funzione dovrebbe arrivare prima in India, poiché l’azienda sta lavorando per supportare più di 100 lingue locali nell’Asia meridionale, dove lo strumento conta più di mezzo miliardo di utenti.
Ricordiamo ai lettori che l’India è un mercato chiave per Google, che ha accumulato oltre mezzo miliardo di utenti nel Paese. Ma questo è stato anche uno degli anni più difficili per Google nel mercato dell’Asia meridionale, dove negli ultimi mesi è stato colpito due volte dall’autorità antitrust indiana.