Nel 2018 l’UE ha inflitto a Google una multa record. L’investigatore antitrust dell’UE Margrethe Vestager aveva scoperto che Google stava abusando del suo potere sull’ecosistema Android. Oltre alla multa Google ha dovuto apportare delle modifiche ad Android nell’UE che hanno permesso ad alcune aziende di lanciare più facilmente fork di Android senza app di Google.
Ovviamente Google ha combattuto per anni in tribunale ritenendo che la multa non fosse giustificata. Il tribunale ha ora stabilito che la multa era in gran parte giustificata, riducendola solo leggermente di 200 milioni di euro, per un totale di 4,1 miliardi di euro. L’abbinamento di Android con i servizi di Google e l’utilizzo predefinito di Google Search e Chrome rimangono i punti più significativi del contenzioso.
Mentre la multa era ancora in discussione, Google è stata costretta a intraprendere azioni per correggere i problemi identificati dall’UE. Così, ad esempio, ha dovuto introdurre l’opzione per coloro che vivono nell’UE di scegliere il motore di ricerca preferito al momento della prima configurazione dei dispositivi.
Dal 2013 si è fatta avanti anche la coalizione FairSearch, un’organizzazione senza scopo di lucro che esercita pressioni contro la morsa di Google sulla ricerca e su altre aree commerciali, controllata da dirigenti di Oracle; molti dei suoi membri operano nello stesso mercato di Google, come Expedia e TripAdvisor. A un certo punto, anche Microsoft è stato un sostenitore del gruppo.
La multa per Android non è l’unica sanzione che Google ha ricevuto negli ultimi anni. In un’altra udienza del 2021, è stata confermata una multa di 2,8 miliardi di dollari che riguardava l’abuso da parte di Google della sua posizione dominante nel mercato della ricerca per promuovere i propri servizi. Ci sono innumerevoli altre cause contro Google e le multe piovono, come la recente multa per violazione della privacy imposta a Google e Meta dalla Corea del Sud, e lo stesso vale per altre grandi aziende tecnologiche.